Commissione Ue e conflitti di interesse, Villumsen: “Quanti controlli dall’inizio del mandato?”.

Lo scorso 6 marzo, durante una conferenza stampa era stato chiarito che è prassi normale presso la Commissione europea che i direttori generali effettuino le proprie valutazioni sull’esistenza di conflitti di interessi nelle questioni in cui sono coinvolti. Una prassi, per Nikolaj Villumsen del gruppo “La Sinistra” che solleva interrogativi sull’indipendenza di tali valutazioni, sull’integrità del sistema e che non permette di conoscere con quale frequenza tali valutazioni vengano effettuate e quale sia il risultato finale.

Secondo lo statuto del personale, citato dal Commissario Ue, Johannes Hahn, il personale Ue non deve occuparsi direttamente o indirettamente di alcuna questione in cui ci sia un interesse personale tale da pregiudicarne l’indipendenza.

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“Qualunque funzionario al quale spetta, nell’esercizio delle sue funzioni, occuparsi di una questione che potrebbe
sollevare un conflitto di interessi deve informare immediatamente la propria gerarchia. I direttori generali – prosegue Hahn – non sono esentati da questa regola generale. In caso di missioni con costi totalmente o parzialmente coperti
da parte di terzi, deve essere preventivamente escluso qualsiasi conflitto di interessi effettivo o potenziale
autorizzare la missione”.

L’accettazione della copertura dei costi, si legge nello statuto dei lavoratori Ue, è solitamente richiesta per diplomatici o
scopi di cortesia ed è dichiarato come parte dell’ordine e del rapporto di missione. L’ordine della missione e il verbale sono sempre controfirmati dal gerarchico del personale viaggiante. “Sono stati i direttori generali a firmare le proprie missioni nel sistema informatico dedicato in quanto sono a capo del servizio e quindi responsabili del budget e del complesso del loro servizio organizzazione. Tuttavia – ricorda Hahn -, in caso di dubbio su un potenziale conflitto di interessi, dovrebbero cercare un parere del livello politico e/o del servizio centrale di etica della Commissione, sulla base della regola generale sui conflitti di interessi”.

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Lo scorso 7 marzo, però, la Commissione ha rafforzato, con effetto immediato, le norme esistenti per eliminare qualsiasi effettivo o potenziale conflitto di interessi. Da tale data i direttori generali e i capi servizio devono sempre, in modo dimostrabile, consultare il capo di gabinetto del commissario in merito alla conclusione delle proprie missioni e riferire se i costi sono coperti parzialmente o integralmente da terze parti.

foto rappresentanza Commissione in Italia