Combustibili fossili: l’industria Ue non ne può fare a meno.
Nel 2022 l’elettricità (33,3%) e il gas naturale (31,2%) rappresentavano quasi i due terzi (64,5%) del consumo energetico finale del settore industriale dell’UE, secondo le ultime rilevazioni dell’Eurostat.
Il settore dipende ancora in gran parte dai combustibili fossili, che nel 2022 rappresentavano direttamente oltre la metà (50,5%) del consumo finale di energia nell’industria. Dato, però, leggermente inferiore a quello del 2021 (50,9%).
Elettricità e gas naturale sono seguiti da petrolio e prodotti petroliferi (esclusi i biocarburanti, 10,8%), energie rinnovabili e biocarburanti (10,6%), calore (5,6%), combustibili fossili solidi (6,3%) e rifiuti non rinnovabili (2,1%).
Nel 2022, i settori industriali dell’UE che hanno registrato le quote maggiori di consumo di energia finale sono stati chimico e petrolchimico (1 892 petajoule (PJ) o 20,0%), minerali non metallici (1 366 PJ o 14,5%), carta, pasta di legno e stampa (1.278 PJ o 13,5%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (1.156 PJ o 12,2%) e ferro e acciaio (963 PJ o 10,2%).
La quota più bassa del consumo totale di energia finale è stata registrata per il settore tessile e del cuoio, con l’1,4% (131 PJ), seguito dall’estrazione mineraria (1,6%; 148 PJ) e dalle attrezzature di trasporto (3,2%; 302 PJ).
foto Sylvain Thomas European Union, 2012 Copyright Source: EC – Audiovisual Service