Coinvolgimento e inclusione dei giovani: le istituzioni locali fanno disinformazione.

“Bisogna coinvolgere i giovani e renderli parte delle soluzioni”. Questa in estrema sintesi la frase ricorrente nei discorsi pubblici pro partecipazione dei ragazzi e delle ragazze alla vita della comunità locale. Enunciati, nella realtà dei fatti, privi di fondamento e sostanzialità come ampiamente ricordato dall’azione dell’attuale maggioranza locale, capace, recentemente in occasione della presentazione di un progetto internazionale (ovviamente non ideato e implementato dal Comune di Cagliari), di proporre una narrazione distorta circa le azioni portate avanti nel settore della gioventù: una vera e propria opera di disinformazione capace di far rimpiangere il silenzio e l’inerzia della Giunta Truzzu nel campo dell’innovazione delle politiche giovanili nel territorio cittadino.

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Una narrazione facilmente sbugiardabile alle luce dei miseri risultati prodotti negli ultimi 4 anni per i/le giovani della comunità locale e, guardando alle ultime elezioni comunali, delle proposte per il settore della gioventù dichiarate e non realizzate dall’attuale primo cittadino, Paolo Truzzu.

Nulla di nuovo, la politica (quella inutile) opera secondo logiche distanti da quelle di servizio pubblico. Ma, per onestà intellettuale, non va ascritta all’ultima sfortunata esperienza di centrodestra la colpa dell’attuale miserevole quadro di politiche giovanili nel territorio comunale della città. Cause che trovano origine dai tempi della prima giunta di Emilio Floris e sulle quali i due mandati di Massimo Zedda hanno fatto ben poco. Lustri dove non si è fatto nulla per smontare l’attuale paradigma di scarso servizio pubblico per i/le giovani del territorio cittadino. Ambito territoriale, la città di Cagliari, dove continuano a mancare impegno e visione all’interno dell’amministrazione, incapace di andare oltre l’autoreferenzialità e, come rilevato recentemente, anche della disinformazione.

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Elementi sui quali i/le giovani elettori/trici della città devono riflettere in vista delle prossime elezioni, onde continuare ad essere esclusi dall’agenda politica della prossima Giunta ed essere considerati per altri anni come semplici oggetti di dibattito in occasione di eventi sul disagio giovanile, l’abbandono scolastico e sulle politiche attive del lavoro, sulle quali, specialmente dalle parti dell’Assessorato regionale al Lavoro, si continua a “cincischiare”.

foto Sardegnagol, riproduzone riservata