Coerenza: i deputati sardi stigmatizzano solo “alcune” marchette”.

La parabola della pagliuzza e della trave non deve essere un racconto breve interiorizzato pienamente dagli esponenti parlamentari del PD della Sardegna. A suggerirlo l’ultima uscita del deputato Silvio Lai, intervenuto per stigmatizzare “le marchette” contenute nella Manovra di governo 2025. Esponente di un partito, però, come ricorda l’ultima approvazione della variazione di bilancio da parte del Consiglio regionale della Sardegna, che ha visto i propri rappresentanti (uno in particolare inserito anche in un esposto presentato in Procura) votare tabelle di emendamenti puntuali per l’affidamento delle solite prebende regionali (i soldi di tutti/e ricordiamolo) a parrochie, dirimpettai, spin-off di partito “che fanno murales da 60mila euro”. Uno in particolare collegato a doppia mandata proprio al PD regionale.

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Nel frattempo però, si continua a non interiorizzare l’insegnamento della parabola recitata nel leggendario discorso della montagna e a evidenziare soltanto le marchette approvate dalla controparte al Governo. Di quelle, invece, adottate e fatte passare dalla propria maggioranza regionale, invece… ma la bassa politica è anche questo.

Se la manovra 2025 del Governo Meloni è da considerarsi secondo Lai “un piccolo gigante dai piedi d’argilla”, quale eufemismo si potrebbe applicare all’ultima variazione di bilancio approvata dalla Maggioranza del Campo largo sardo? Assalto dei predoni del deserto, porcata a danno dei sardi o, più semplicemente, è meglio continuare a non stigmatizzare l’azione dei propri “compagni” di partito?

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Dopo la parabola della pagliuzza e della trave sarebbe bene, quindi, conscere anche il passo del Vangelo secondo Giovanni: 8:7.

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