Cnr: “Essere nevrotici aumenta il rischio di sviluppare il Parkinson”.

Tra i fattori legati all’insorgenza della malattia di Parkinson, ci sarebbe uno specifico tratto di personalità chiamato nevroticismo, come emerso nell’ambito dello studio multicentrico su quasi mezzo milione di persone, realizzato dalla Florida State University in collaborazione con il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche).

Una malattia, ricordano i ricercatori, che colpisce circa l’1-2% della popolazione anziana mondiale, rappresentando la seconda patologia neurodegenerativa più comune dopo il morbo di AlzheimerSeppur le cause non siano ancora note, gli scienziati ritengono che fattori genetici e ambientali contribuiscano alla sua insorgenza, tra i quali il tratto di personalità chiamato “nevroticismo”.

“Il nevroticismo – spiega Luca Passamonti del Cnr-Ibfm di Milano – è stato collegato ai disturbi dell’umore e all’Alzheimer, ma ci sono meno studi sulla sua connessione prospettica con il Parkinson, disturbo degenerativo a lungo termine che causa un progressivo declino delle funzioni motorie e fisiche. Quando la malattia progredisce, il danno alle cellule nervose nel cervello provoca un calo dei livelli di dopamina che porta a sintomi come tremori, movimenti lenti, rigidità e perdita di equilibrio”.

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“In precedenza – prosegue Antonio Cerasa, responsabile della sede Cnr-Irib di Cosenza – si pensava che il legame tra la personalità nevrotica e insorgenza del Parkinson fosse collegato all’eccesso di attività dopaminergica che caratterizza il profilo neurocognitivo del nevrotico e che porterebbe a una condizione di stress chimico delle aree dopaminergiche legate allo sviluppo della malattia in età avanzata. Quest’ipotesi è stata però rigettata negli ultimi anni a favore di una visione rivolta alla compromissione del sistema ipotalamo-ipofisi-surrene che, nel nevrotico, porterebbe a uno stato di stress ossidativo a lungo termine”.

“Grazie alla possibilità di usare i dati della UK Biobank, in questo studio sono stati reclutati e seguiti per circa 12 anni mezzo milione di individui, di età compresa tra 40 e 69 anni tra il 2006 e il 2010 – ricorda Antonio Terraciano della Florida State University – Durante le valutazioni longitudinali sono comparsi nel campione 1.142 casi di Parkinson. I soggetti che all’inizio dello studio mostravano livelli più elevati di nevroticismo hanno mostrato più dell’80% di rischio di sviluppare la malattia. Ansia e depressione sono fenomeni associati con la malattia di Parkinson. In parte questo problema potrebbe essere dovuto a come la malattia altera il cervello e può avere un’influenza sulle emozioni. Alcuni clinici pensano che ansia e depressione siano solo il risultato del Parkinson, tuttavia i nostri risultati suggeriscono che una certa vulnerabilità emotiva è presente molti anni prima dello sviluppo della malattia”.

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foto di Dean Moriarty da Pixabay