Cittadini e UE: ecco i “consiglieri locali”… ma con quali risorse?
La Commissione europea ha varato ieri il progetto “Costruire l’Europa con i consiglieri locali”, per dotare i consiglieri e le autorità locali di tutta l’UE degli strumenti necessari per comunicare l’UE ai cittadini della loro circoscrizione o regione.
Il progetto, nelle ambizioni della Commissione, costituirà una rete europea che offrirà alle autorità locali webinar mirati su questioni chiave, l’accesso a materiale aggiornato sulle politiche e sulle norme dell’UE che potrebbero incidere sulla loro circoscrizione elettorale, e la possibilità di visitare le istituzioni europee.
L’iniziativa costituisce una risposta diretta a una delle proposte della Conferenza sul futuro dell’Europa, che chiedeva “un sistema di consiglieri locali dell’UE al fine di ridurre la distanza tra le istituzioni dell’UE e i cittadini europei” e, ancora, il progetto è attuato in stretta collaborazione con il Comitato delle regioni e la sua “Rete europea dei consiglieri regionali e locali”.
La nuova proposta della Commissione, pur motivata dai magri risultati della Conferenza sul futuro dell’Europa, rischia di palesarsi come l’ennesimo intervento di scarso impatto nella costruzione del rapporto tra cittadini e istituzioni europee. Una riflessione dovuta alla luce dell’assenza di risorse economiche e umane indicate per il percorso dei “consiglieri locali” che, con riferimento specialmente alle piccole realtà locali, potrebbero rappresentare un ostacolo difficilmente superabile per la sua implementazione.
Come portare, infatti, l’Europa in contesti rurali o periferici dove risulta essere in affanno sia la pubblica amministrazione che la stessa rappresentanza istituzionale? Come portare i valori europei in comuni dove è difficile pure pagare le utenze dell’illuminazione pubblica?
Essendo l’idea dei ‘consiglieri locali’ frutto della ‘sconosciuta’ Conferenza sul Futuro dell’Europa – decisamente sottodimensionata nell’organizzazione e promozione da parte delle istituzioni europee – non dovrebbe sorprendere la mancanza di lungimiranza dei promotori nell’ideazione e pianificazione dell’intervento nei rispettivi territori europei.