Cittadinanza attiva: le modalità per la presentazione di una petizione in Consiglio regionale.

In un Consiglio regionale che non sta brillando per capacità e interventi legislativi d’urto, l’azione del cittadino/a per stimolare il “Legislatore” disattento e incapace , grazie agli strumenti di legge, può andare ben oltre il disprezzabile commento sui social e sulle pagine dei sempre più “diversamente informativi” media outlet locali.

Come infatti ricordato dall’articolo 103 del regolamento del Consiglio regionale, libro che per qualcuno/a in via Roma può tranquillamente prendere un pò di polvere, ogni cittadino/a italiano/a, nato/a o residente nel territorio della Regione, può inviare al Consiglio regionale petizioni che richiedano provvedimenti legislativi o espongano comuni necessità, purché accompagnate dai certificati di nascita o di residenza e di cittadinanza italiana.

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Una facoltà, a conferma della scarsa propensione alla cittadinanza attiva del cittadino/a sardo/a, della quale nessuno se ne vuole avvalere visto che anche nella pagina istituzionale del Consiglio regionale della Sardegna non vi è traccia di alcuna proposta dei cittadini/e sardi/e per la proposta di provvedimenti legislativi.

Tendenza decisamente sconosciuta e praticata dalla massa di elettori/elettrici nell’isola che, da diversi lustri, affidano i propri pensieri, proposte alle sterili e inefficaci comunicazioni via social. D’altronde, una bella foto di un piatto al ristorante vale più dei propri diritti…

Critica che si potrebbe rivolgere anche ai vari gruppi di pressione locali (riferendoci ovviamente a quelli tenuti “fuori dalla porta”), interessati più a utilizzare toni aspri piuttosto che entrare nel merito dei problemi, agitando lo spauracchio della polemica affidata ai, ricordiamolo, “diversamente informativi” canali di comunicazione nell’Isola.

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