Città intelligenti, Corte Conti: “Sostegno Ue troppo frammentato”.

Il programma Lighthouse dell’UE, finalizzato a sostenere soluzioni “smart” nelle città europee, rischia di rappresentare l’ennesima iniziativa di scarso impatto finanziata con risorse europee.

Secondo una nuova relazione della Corte dei conti europea, infatti, il programma in materia di ricerca e innovazione “Lighthouse” (da 400 milioni di euro), che l’UE ha istituito per contribuire a rendere le città dell’UE più intelligenti, potrebbe rappresentare l’ennesima occasione persa per l’Europa a causa dello scarso allineamento del programma ad altre iniziative dell’UE, senza contare la frammentarietà e l’insufficienza dei finanziamenti pubblici e privati.

Necessario, quindi, un miglior coordinamento affinché le 100 città attualmente sostenute possano raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Un obiettivo, al momento, decisamente fuori dalla portata dell’Ue nonostante qualcuno/a dalle parti della Commissione europea provi quasi quotidianamente a sostenere il contrario.

“Per contribuire a rendere le città europee più intelligenti e verdi grazie alla tecnologia, l’UE dovrebbe sfruttare meglio la potenzialità di replicare i risultati già ottenuti”, ha dichiarato Ildikó Gáll-Pelcz, membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “È positivo che si possano vedere soluzioni concrete prodotte dal programma Lighthouse, ma la frammentazione frena un’adozione più diffusa”.

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Secondo gli auditor della Corte, il programma Lighthouse è stato ben concepito, ha risposto alle esigenze delle città ed è stato utile a dimostrare tecnologie pre-commerciali in diversi ambiti. I progetti finanziati hanno prodotto nelle località partecipanti diverse centinaia di soluzioni per città intelligenti, molte delle quali relative al settore dell’energia, quali edifici e illuminazione efficienti sotto il profilo energetico e reti elettriche intelligenti. Analizzando un campione di progetti completati, gli auditor hanno rilevato che erano stati raggiunti o superati circa i due terzi dei risultati attesi.

Il programma Lighthouse, tuttavia, non finanzia la replicazione di tali soluzioni in altre città, che è invece esattamente uno dei modi in cui il programma della Missione europea persegue l’obiettivo di neutralità climatica, ossia replicando soluzioni sviluppate in precedenti iniziative di ricerca e innovazione. La Missione potrebbe così contribuire al pieno sfruttamento o alla replicazione delle soluzioni progettuali di Lighthouse. Questo però non sta avvenendo perché i due programmi non sono ben coordinati e, quindi, neanche l’esperienza maturata è sfruttata a dovere. Gli auditor chiedono ora alla Commissione non solo di valutare la replicazione delle soluzioni progettuali di Lighthouse, ma anche di coordinare meglio i due programmi.

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Altro aspetto negativo citato dalla Corte riguarda l’autoreferenzialità del programma che, ad oggi, non prevede il coinvolgimento dei cittadini verso le soluzioni per città intelligenti. Gli auditor sottolineano quanto risulti essenziale, ma spesso difficile, ottenere la partecipazione dei cittadini. È stato arduo coinvolgere il pubblico per molti progetti Lighthouse e tre quarti di questi si sarebbero scontrati con l’opposizione o il disinteresse dei cittadini nell’attuare le soluzioni previste. La Corte dei conti europea ha esortato, quindi, la Commissione a far sì che i cittadini siano sufficientemente coinvolti nei futuri progetti dimostrativi urbani.

I finanziamenti dell’UE si sono dimostrati preziosi per le città, alle quali mancano però certezze in merito ai finanziamenti complessivi dell’UE effettivamente disponibili. Questo vale in particolare per le risorse che la Commissione metterà a disposizione delle città sostenute nel quadro del programma della Missione. Gli auditor si rivolgono all’esecutivo dell’UE perché valuti la capacità di finanziamento di tali città e sostenga quelle carenti di finanziamenti creando sinergie con le fonti di finanziamento nazionali e regionali e gli investimenti privati.

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