CISL Sardegna: “Sulla sanità serve cambio di passo”.
“Ci preoccupano i dati riportati dal CNEL nella Relazione 2024 sui servizi pubblici, che evidenziano come il 13,7% della popolazione sarda abbia rinunciato a prestazioni sanitarie nel 2023. Il dato peggiore a livello nazionale, ben al di sopra della media italiana del 7,6%. Le cause sono riconducibili a lunghe liste d’attesa, difficoltà logistiche nel raggiungere i luoghi di cura e problemi economici. Questi fattori mettono in evidenza una carenza strutturale del sistema sanitario regionale, che rischia di compromettere ulteriormente il diritto alla salute dei cittadini sardi”.
Lo afferma il segretario generale della Cisl, Pier Luigi Ledda, secondo il quale “la Sardegna non può più accettare di essere ultima in Italia per accesso ai servizi sanitari. Questo è un campanello d’allarme che conferma, come chiediamo da tempo, la necessità di risposte immediate e concrete da parte della Regione, insieme ad un piano straordinario di investimenti per potenziare il sistema sanitario locale, con interventi mirati per ridurre le liste d’attesa, migliorare l’accessibilitàà territoriale e garantire cure a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione economica o dalla zona in cui vivono”.
“In sostanza – aggiunge Ledda – servono azioni strutturali per rimuovere gli ostacoli che impediscono ai cittadini di accedere alle cure”.
La Cisl rilancia, così, le proposte già presentate alla Presidente Todde e all’assessore della Sanità, Armando Bartolazzi, a iniziare dalla revisione dell’accordo Stato-Regione del 2005. “Proponiamo un confronto immediato con le istituzioni regionali – conclude il leader della Cisl – per pianificare interventi a breve e lungo termine, che includano il rafforzamento della medicina territoriale, l’assunzione di personale sanitario e l’implementazione di soluzioni tecnologiche per migliorare la gestione delle liste d’attesa”.