Cibo in provetta: bocciatura per l’84% degli italiani.

Sono oltre 200mila le firme raccolte su tutto il territorio nazionale – delle quali 10mila in Sardegna – per promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia. Ad annunciare i numeri della raccolta firme è stato il segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo, rimarcando il pericolo che dal 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio dei cosiddetti cibi in provetta.

200mila no che confermano la forte opposizione degli italiani all’introduzione nelle tavole dei cibi artificiali. L’84% degli italiani, come ricordato anche dal Censis, si è dichiarato contrario all’idea di cibi prodotti in laboratorio da sostituire a quelli coltivati in agricoltura. Il no al cibo sintetico è preponderante per classi di età, titolo di studio, genere, area territoriale di residenza, livello di reddito.

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“Una mobilitazione che vede anche la nostra regione in prima fila e che stiamo portando avanti con tantissimi alleati – afferma Battista Cualbu di Coldiretti Sardegna –. Le diecimila firme raccolte in pochi giorni vedono l’adesione del mondo istituzionale, associazionistico, culturale e dello spettacolo. Si può ancora aderire e firmare la petizione nei mercati di Campagna Amica e nei nostri uffici”.

la raccolta firme della Coldiretti contro il cibo sintetico

Gli investimenti nel campo del cibo sintetico stanno crescendo, per effetto del sostegno dei Big Player del settore hi tech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). L’esempio più lampante è quello della carne artificiale dove solo nel 2021 sono stati raccolti 1,4 miliardi di dollari, con una crescita del 23mila% rispetto agli investimenti del 2016.

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“Per quanto riguarda la “carne” da laboratorio – affermano dalla Coldiretti – la verità che non viene pubblicizzata è che non è carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani delle grandi multinazionali. Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -. Siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare”.

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