Christian Solinas: “La ZES diventa realta”…forse!

La Zes, zona economica speciale, diventa  operativa. Con la comunicazione di ieri firmata dal commissario straordinario Aldo Cadau la Regione Sardegna all’interno del sistema produttivo sardo viene introdotta “una fiscalità agevolata”, come dichiarato dal Presidente Christian Solinas.

Dalla presidenza fanno sapere inoltre che è stato completato l’elenco dei comuni interessati, con la specifica individuazione di tutti i dati catastali suddivisi per Consorzio Industriale. Nulla più è dato sapere dalla labirintica comunicazione istituzionale in merito agli ultimi sviluppi della Zona Economica Speciale nell’isola.

La ZES nell’Isola si affermerà come “laboratorio” per l’attrazione degli investimenti e incubatore di innovazione oppure il lancio del nuovo aggiornamento va più considerato come un un tentativo estemporaneo collegato all’attuale panorama elettorale? Su quali settori si punterà per promuovere lo sviluppo produttivo e occupazionale della Sardegna nella nuova ZES?

In attesa di ricevere maggiori informazioni, i soggetti responsabili della ZES, oltre al Commissario Straordinario, saranno il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Interno e l’Agenzia della Coesione Territoriale.

Qual è lo stato dell’arte in Italia? Nel Mezzogiorno sono state istituite ZES in Campania, Calabria, Ionica interregionale (Puglia-Basilicata), Adriatica interregionale (Puglia-Molise), Abruzzo e per ultima la Sicilia (Sicilia Orientale e Sicilia Occidentale), a giugno 2020. Le prime due Regioni ad aver approvato il piano attuativo sono state Campania e Calabria, con i porti di Napoli, Salerno e Gioia Tauro. Istituzioni decisamente più tempestive rispetto a quanto rilevato nell’Isola, dove nel 2022 ancora si parla di “dati sulla carta”.

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Quali vantaggi nel mondo? Riflettendo sul pregresso, nella maggior parte delle esperienze internazionali, i principali vantaggi offerti in caso di insediamento produttivo nelle ZES sono dati dai regimi fiscali di vantaggio, che contempla l’abbattimento totale della tassazione su alcune tipologie di imprese; procedure amministrative semplificate; agevolazioni doganali, dazi ridotti su importazioni ed esenzione sulle tasse per esportazione; canoni di concessione agevolati ed esenzione o riduzione di imposte gravanti sugli immobili, tributi connessi allo smaltimento dei rifiuti, ai servizi indivisibili, ecc.; contributi in conto capitale per la realizzazione degli investimenti iniziali connessi all’insediamento produttivo; deroghe alle regolamentazioni sui contratti di lavoro ed esenzioni o riduzione degli oneri sociali sulle retribuzioni; interventi infrastrutturali sui territori.

Quali sono le agevolazioni in Italia? La Legge di Bilancio 2021 prevede, per le imprese che intraprendono una nuova iniziativa economica nelle Zone economiche speciali (ZES), la riduzione dell’imposta sul reddito derivante dallo svolgimento dell’attività nella Zona Economica Speciale del 50% a decorrere dal periodo d’imposta nel corso del quale è stata intrapresa la nuova attività e per i sei periodi d’imposta successivi. Inoltre, alle imprese che avviano un programma di investimenti di natura incrementale nella ZES, è consentito di cedere il credito d’imposta ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, anche per i costi relativi alla produzione di idrogeno rinnovabile e alla produzione e distribuzione di energia da idrogeno rinnovabile.

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Il riconoscimento dell’agevolazione è subordinato al mantenimento delle attività nell’area ZES e conservare i posti di lavoro creati nell’ambito dell’attività avviata nella ZES per un periodo di dieci anni.

Nonostante ciò le ZES già istituite nel Mezzogiorno d’Italia non suscitano ancora interesse per gli investitori nazionali e
internazionali e, per alcune, manca ancora il piano attuativo vero e proprio. Ciò dipende da una serie di motivi, tra cui la mancata attuazione di quanto previsto nei Piani di Sviluppo Strategico di ciascuna ZES, in tema di infrastrutturazione e di messa in sicurezza delle aree, nonché gli opportuni investimenti nell’intermodalità necessari a garantirne piena operatività. In particolare, risulta imprescindibile potenziare e adeguare gli assi viari di connessione con le aree industriali, i porti, interporti e retroporti. Insomma nell’Isola della Sardegna, facendo una semplice considerazione sullo stato delle vie di comunicazioni interne, sarà difficile vedere la luce in fondo al tunnel…
Ancora manca un Piano di Semplificazione amministrativa e burocratica, ad esempio gli Sportelli Unici per le imprese
investitrici.

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Le semplificazioni speciali (Conferenza unificata di servizi, procedimento unico, ecc.), pertanto, possono essere strumenti utili per un rilancio nel breve, ma il percorso di rafforzamento delle ZES necessita di una riforma più ampia. Essendo infatti enti sovraistituzionali con un proprio assetto, sarà necessario predisporre un percorso di semplificazione strutturale, in grado di garantire un effettivo “pacchetto” di vantaggio per gli investitori.

Per fare ciò servirà un nuovo approccio, che parta dall’identificazione di processi autorizzativi standardizzati nuovi e digitali, determinanti per l’ottenimento delle autorizzazioni in tempi rapidi (escluse quelle discrezionali), oltre che un aggiornamento e una adeguata formazione per il management della PA.

In una regione dove nella principale città della Sardegna, ovvero Cagliari, si fa fatica ad autorizzare anche dei semplici dehors per i pubblici esercenti, facendo due calcoli sul successo dell’operazione ZES, l’idea è che si sia in presenza di una operazione titanica quanto improbabile.