“Healthy Mind in a Healthy Body”: i giovani europei per la promozione della salute.

Si stanno concludendo in questi giorni le attività di disseminazione e diffusioni dei risultati sviluppati durante il corso del progetto, realizzato sotto l’azione chiave 1 del programma Erasmus+, “Healthy Mind in a Healthy Body”, tenuto dall’Associazione Abìcì dal 27 Aprile al 3 Maggio 2019 a Cagliari.

Il progetto, che coinvolgeva 35 partecipanti provenienti da 5 nazioni europee, si poneva diversi, ambiziosi, obiettivi: creare una maggiore conoscenza e sensibilità riguardo al tema della salute, e come le scelte che noi facciamo, o siamo portati a fare, influenzino profondamente la qualità della nostra vita; Imparare ad analizzare le diverse strutture di gestione di Sistema Sanitario Nazionale e confrontare le differenti realtà nazionali rappresentate nel progetto, cercando di isolare esempi virtuosi che potessero essere adattati e inseriti in contesti esterni.

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Ancora il progetto, realizzato grazie al contributo dell’Agenzia Nazionale per i Giovani nell’ambito del programma Erasmus+, mira a sviluppare competenze legate alla creazione di nuove pratiche che possano avere un impatto tangibile sulla qualità della vita della popolazione giovanile in Europa, attraverso la promozione di sport e stili di vita più salutari.

Per far sì che queste competenze potessero essere sviluppate in maniera efficace, il metodo formativo scelto è stato quello della educazione non formale, attraverso il quale è stato possibile favorire un clima di discussione calma e ragionata tra i partecipanti provenienti da contesti differenti, e lo scambio di opinioni ed idee sul tema. È stato infatti centrale il ruolo dedicato al dialogo interculturale, attraverso il quale ogni partecipante ha avuto modo di conoscere, e far conoscere, la propria cultura, superando i confini geografici e mentali che spesso limitano severamente la nostra percezione delle realtà al di fuori della nostra quotidianità.

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Un’opportunità formativa a tutto tondo, quindi, che è stata utile sia agli “addetti ai lavori”, sia a giovani interessati al tema ma che non avevano ancora avuto modo di maturare conoscenze sul campo, e che volevano mettersi in gioco in una esperienza multiculturale.

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