Chiedono il cessate il fuoco ma potenziano gli arsenali. La coerenza USA ‘colpisce ancora’.
Come nella saga di Guerre Stellari, “‘l’Impero (americano) colpisce ancora”, dispiegando nuove “posizioni difensive” (così le chiamano gli americani), in tutta la regione del Medio Oriente.
Una decisione intrapresa ieri dal Pentagono con l’obiettivo di scoraggiare aggressioni contro Israele dopo l’assassinio del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, voluto proprio dal Governo di Netanyhau.
Israele, quindi, può continuare sulla via dell’escalation, forte della protezione USA, mentre la controparte (compresi gli Stati sovrani) deve subire in silenzio gli attacchi comandati dallo Stato israeliano. Una impunità che ricorda, ne più ne meno, un grande pezzo cantato da Enzo Jannacci, citando “quelli che tirano la prima pietra, la seconda e la terza”.
Azioni, però, capaci di alimentare l’escalation in Medio Oriente, andando contro la firma del cessate il fuoco, chiesto paradossalmente proprio dagli Stati Uniti: “Il Segretario Austin ha sottolineato che gli Stati Uniti sono determinati a impedire all’Iran e ai partner e ai delegati sostenuti dall’Iran di sfruttare la situazione o di espandere il conflitto”, si legge nella dichiarazione del Segretario della Difesa USA, Austin III. “Austin – prosegue la nota – ha chiarito che se l’Iran, i suoi partner o i suoi delegati dovessero sfruttare questo momento per colpire il personale o gli interessi americani nella regione, gli Stati Uniti adotteranno tutte le misure necessarie per la sua difesa”.
Tra le misure adottate dal Dipartimento della Difesa figurano l’ordine al gruppo d’attacco della portaerei USS Abraham Lincoln di rimanere nell’area delle operazioni del Comando Centrale degli Stati Uniti; il rafforzamento delle capacità di difesa aerea degli Stati Uniti; l’impiego delle forze statunitensi in rotazione nella regione per rafforzare, anziché sostituire, le forze già presenti.
Sebbene non sia in grado di fornire numeri e tempi specifici per motivi di sicurezza operativa, il Pentagono ha affermato che alcune delle forze inviate nella regione includono aerei da combattimento F-16, F-15E e F-22, nonché aerei da attacco A-10 e personale associato.
foto Official U.S. Navy DOD