Cdm, sì al riordino delle disposizioni in materia di spettacolo.

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, del Ministro della cultura Dario Franceschini e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando, ha approvato un disegno di legge che prevede una delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo.

Il testo delega il Governo a effettuare il riordino delle disposizioni di legge in materia di spettacolo e la revisione degli strumenti di sostegno a favore dei lavoratori del settore, tenuto conto delle previsioni della legge 22 novembre 2017, n. 175, in merito alla “attivazione di un tavolo programmatico tra Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ed ENIT – Agenzia nazionale del turismo, finalizzato all’inserimento delle attività di spettacolo nei percorsi turistici in tutto il territorio nazionale”.

Inoltre, il disegno di legge prevede la delega al Governo per il riordino e la revisione degli ammortizzatori, delle indennità e degli strumenti di sostegno economico temporaneo (SET) in favore dei lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo che prestano, a tempo determinato, attività artistica o tecnica direttamente connessa con la produzione e la realizzazione di spettacoli, tenuto conto del carattere strutturalmente discontinuo delle prestazioni lavorative e dei lunghi periodi di formazione e preparazione richiesti. Infine verranno previsti dei meccanismi contributivi a carico dei datori di lavoro e dei lavoratori.

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Si istituisce, ancora, il Registro nazionale dei professionisti operanti nel settore dello spettacolo, articolato in sezioni secondo le varie categorie professionali, prevedendo che, in ogni caso, l’esercizio di tali professioni non sia condizionato all’iscrizione al registro. I requisiti e le modalità per l’iscrizione verranno definite con decreto del Ministro della cultura di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentite la Conferenza Stato-Regioni e le associazioni professionali dei lavoratori e degli operatori del settore.

All’Osservatorio dello spettacolo si attribuisce, altresì, il compito della promozione e del coordinamento con le attività degli osservatori istituiti dalle Regioni con finalità analoghe. L’Osservatorio potrà stipulare convenzioni con le Università, al fine di ospitare tirocini formativi curriculari rivolti a studenti iscritti a un corso di laurea o post laurea.

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Infine, si prevede l’attivazione, da parte dell’INPS, di un portale appositamente dedicato alla gestione telematica degli adempimenti previsti in materia di tutela previdenziale e assistenziale dei lavoratori iscritti al Fondo. Tramite il portale, si fornirà assistenza a enti pubblici o privati nonché a persone fisiche che, rispettivamente, non hanno come scopo istituzionale o sociale e non svolgono quale attività principale la produzione, l’organizzazione e la diffusione di spettacoli o di attività educative collegate allo spettacolo, ai fini del calcolo e del versamento dei contributi relativi a specifiche prestazioni rese dai lavoratori del settore.

“Il disegno di legge approvato oggi in Consiglio dei Ministri – dichiarano il Ministro della cultura, Dario Franceschini, e il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando – completerà, al termine dell’esame parlamentare, l’opera avviata con il decreto legge Sostegni bis per un nuovo sistema di welfare in favore del mondo dello spettacolo e aprirà contestualmente a una importante stagione di riforme. Attraverso l’interlocuzione costante con gli operatori del settore e il dialogo costruttivo intessuto con le parti sociali si è giunti in breve tempo alla definizione di un insieme organico di misure, capace di rivedere e aggiornare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori di un comparto caratterizzato da prestazioni strutturalmente discontinue e da significative originalità. Inoltre, il rinnovo della delega al Governo per la riforma del settore permetterà di arrivare al varo di un vero e proprio Codice dello Spettacolo, che ridisegnerà il funzionamento del sostegno pubblico alla lirica, al teatro, alla musica, alla danza, al circo e a tutte le arti performative”.

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