Caucaso. Le Nazioni Unite chiedono la libera circolazione nel corridoio di Lachin.

La Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite ha accolto la richiesta dell’Armenia e ha ordinato all’Azerbaigian di non ostacolare la libera circolazione di merci, persone e trasporti attraverso il corridoio Lachin (Berdzor) in entrambe le direzioni. Con un’altra decisione, la Corte ha respinto la richiesta infondata dell’Azerbaigian sulla questione delle mine.

Dal 12 dicembre l’Azerbaigian, ricordano dalla Comunità Armena di Roma, per mezzo di presunti “attivisti per l’ambiente” ha bloccato l’unico collegamento tra l’Artsakh (Nagorno Karabakh) e l’Armenia, isolando di fatto 120.000 persone. “Solo alcuni convogli della Croce Rossa Internazionale e delle forze di pace russe riescono a superare il blocco per trasportare malati, qualche aiuto umanitario e favorire il ricongiungimento delle famiglie rimaste separate”.

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“Anche la sostituzione del ministro di Stato della repubblica di Artsakh, Ruben Vartanyan, particolarmente inviso ad Aliyev, è un segnale della volontà di pace della parte armena. Purtroppo, le prime risposte del regime azero sono state di scherno alle sentenze della corte dell’Onu. Ci auguriamo – riferisce un portavoce del Consiglio – che anche l’Italia riesca politicamente a sensibilizzare il partner azero e farsi protagonista di un tavolo di pace che garantisca agli armeni del Nagorno Karabakh il diritto a vivere liberi nella loro terra natale”.

L’Unione Europea ha poi commentato, attraverso il Portavoce per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Nabila Massrali, il Decreto vincolante emesso dalla Corte internazionale di giustizia (ICJ), indicando che l’Azerbaigian adotterà tutte le misure a sua disposizione per garantire il movimento senza ostacoli di persone, veicoli e merci lungo il corridoio Lachin in entrambe le direzioni.

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“L’UE rimane preoccupata per gli ostacoli che continuano a persistere nel corridoio di Lachin e per le conseguenti implicazioni umanitarie per la popolazione civile locale – conclude la nota dell’UE -. Tutte le preoccupazioni dell’Azerbaigian sull’uso del corridoio possono e devono essere affrontate esclusivamente attraverso il dialog”.

Foto di Makalu da Pixabay