Case vacanza: da Polizia Postale e Airbnb i consigli anti-truffa.

L’estate 2021 è alle porte e tra vaccini e Green Pass gli italiani guardano alle vacanze. Secondo i dati di Airbnb, stiamo assistendo ad un ritorno alla villeggiatura, con un aumento delle prenotazioni che va dal 33% nell’estate 2019 al 53% per quella 2021 mentre il turismo rurale è passato da un 21% nel 2019 al 37% di quest’anno.

Ma con la popolarità della casa vacanza online, aumenta anche il rischio di imbattersi in tentativi di truffa che prendono di mira gli utenti che per la prima volta si cimentano con la prenotazione fai da te della vacanza. Per stare più tranquilli Polizia Postale e delle Comunicazioni e Airbnb, hanno avviato una campagna per aiutare i meno esperti a riconoscere i tentativi di raggiro più diffusi, individuando i profili di truffatori più comuni e i consigli per smascherarli.

D’altronde gli italiani sono sempre più digitali, non sorprende, quindi, l’aumento delle truffe visrtuali. Secondo l’Osservatorio Multicanalità del Politecnico di Milano e da Nielsen, lo scorso anno 30 milioni di italiani hanno effettuato almeno un acquisto online. Il settore dei viaggi, stando alla ricerca, è quello in cui più si utilizza il digitale: quasi 7 utenti su 10, il 65%, acquista una vacanza esclusivamente online oppure alternando online e offline. Nel 2020 con lo scoppio della pandemia le segnalazioni per reati informatici al Commissariatodips.it della Polizia Postale e delle Comunicazioni sono cresciute del 142% rispetto all’anno precedente.

Per semplificare la vita ai consumatori, è nata la Guida pocket In Vacanza come a casa: prenota e parti in tutta sicurezza, curata da Altroconsumo, Polizia Postale con Airbnb per aiutare soprattutto chi è alle prime armi a orientarsi quando prenota una casa vacanza online.

Polizia Postale
Polizia Postale

“Nonostante gli oltre 5,6 milioni di annunci disponibili, i tentativi di truffa sono estremamente rari e un team di assistenza è disponibile 24 su 24 a supporto degli ospiti. La riprova è che le frodi più comuni avvengono su altri siti e il nome di Airbnb è utilizzato per adescare la potenziale vittima perché è un brand che tranquillizza”, spiega Giacomo Trovato, Country Manager di Airbnb Italia.

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“E’ importante che sia i contatti tra host e guest sia i pagamenti avvengano sempre all’interno del nostro sito o dell’applicazione, come indicato dai nostri termini di servizio. Airbnb infatti trattiene la somma al momento della prenotazione, riversandola al padrone di casa solamente 24 ore dopo l’avvenuto check in”.

Tra i profili dei truffatori, ricordano i promotori della campagna, troviamo “il cervello in fuga”. Questo finto proprietario si è appena trasferito all’estero, e non può mostrare la casa o accogliere gli ospiti per motivi di lavoro. La trattativa, quindi, viene condotta a distanza, con la richiesta di un bonifico internazionale e di documenti utili per costruire la prossima identità del truffatore, con l’invio da parte del truffatore di 2-3 bozze di contratto À la carte, in un sospettoso crescendo di zelo che culminerà nella necessità di concludere l’affare entro 24 ore. Il tutto seguito da una finta pagina di prenotazione Airbnb, una finta fattura Airbnb, emessa dopo il versamento di una caparra importante.

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Ancora “il tecnico informatico“. L’host ha davvero creato un annuncio su Airbnb, ma viene richiesto di continuare la conversazione per posta elettronica fuori dalla piattaforma. Dopo la richiesta di alcune informazioni sull’orario di arrivo nella località turistica, il truffatore invierà un’altra email informando che per un problema con l’aggiornamento del calendario l’annuncio non è al momento visibile nella ricerca, fornendo per comodità il link diretto a un sito clone, molto simile ad Airbnb a un occhio poco esperto.

Inoltre, ricordano da Airbnb, bisogna fare attenzione al cosiddetto profilo del “compare”. Anche in questo caso l’host ha creato (da poco, troppo poco) un annuncio su Airbnb, sprovvisto di recensioni. La pagina però convince e convince gli ignari vacanzieri. Il truffatore è amichevole, gentilissimo e lieto della scelta della casa e proporrà addirittura uno sconto. Come? Suggerendo di annullare la prenotazione con Airbnb e di trattare privatamente, così da risparmiare sulla commissione del portale. Una volta incassato il bonifico, l’amichevole complicità lascerà il posto ad un assordante silenzio.

Casa vancanza, Foto di InstagramFOTOGRAFIN da Pixabay
Casa vancanza, Foto di InstagramFOTOGRAFIN da Pixabay

Da qui il decalogo per non farsi ‘fregare’. Vale la regola di non pagare mai direttamente con bonifico. Se viene proposto di inviare una caparra, non bisogna fidarsi, essendo contrario ai termini del servizio di Airbnb. Si dovrà pagare esclusivamente attraverso il sito, che in nessun caso prevede il bonifico come strumento di pagamento. Airbnb generalmente trattiene l’intera somma dalla carta di credito e la inoltra all’host solamente 24 ore dopo l’avvenuto check-in, dando il tempo di entrare in casa e verificare che tutto sia come pubblicizzato.

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Ancora, mai comunicare al di fuori della piattaforma. Bisogna infatti diffidare da chi propone di lasciare Airbnb per accordarsi privatamente con la promessa di uno sconto. Inoltre, cadendo in questa trappola, non si potrà essere garantiti dalla piattaforma di prenotazione. Restando nella chat dell’applicazione, invece, si potrà segnalare in qualsiasi momento al servizio clienti comportamenti sospetti.

Occhio, inoltre, a link condivisi via email o da altri siti. Diffidare, anche qui, da chi ci contatta tramite un sito di annunci dell’usato o un portale immobiliare generico dicendo di affidarsi ad Airbnb. C’è il rischio, attraverso questa modalità, che venga condiviso un link a un sito fasullo.

Si deve, poi, leggere l’annuncio con attenzione. Un annuncio ben curato è di solito indice di un host e di una casa altrettanto in ordine. Dovrebbero invece mettervi in allarme elementi come un prezzo troppo competitivo per la settimana di Ferragosto, descrizioni particolarmente vaghe, la totale mancanza di recensioni o un profilo utente creato da pochi giorni.

Attenzione infine agli alloggi ‘esca’. Se una volta arrivati a destinazione viene chiesto un cambio di sistemazione, ovviamente non all’altezza di quella prenotata, usando come scusa un problema improvviso sorto nell’appartamento originario che lo ha reso momentaneamente inagibile, la cosa migliore è documentare tutto e contattare subito la piattaforma per avere un rimborso totale.

Foto di InstagramFOTOGRAFIN da Pixabay