Capitale italiana della Cultura: dalla Sardegna nessuna proposta.

Anche per l’edizione 2027 della Capitale italiana della Cultura, nessuna proposta progettuale è arrivata dai comuni della Sardegna, confermando, se mai ce ne fosse bisogno, dell’alto tenore di “autoreferenzialità” e paura della competizione culturale delle varie realtà culturali isolane. Entità, spesso, buone (ma non troppo) a sostenere gli sforzi della promozione culturale solo ed esclusivamente con risorse regionali e, in rarissimi casi (perché stupirsi) dei finanziamenti europei.

Insomma, restando nel perimetro dei “tanti piccoli mondi antichi” presenti nell’Isola nel settore della cultura, l’assenza di una proposta progettuale sarda conferma incontrovertibilmente l’incapacità progettuale delle amministrazioni locali.

Più virtuosi, invece, i 17 comuni che invece la domanda l’hanno inviata al Ministero della Cultura: Acerra, Aiello Calabro, Alberobello, Aliano, Brindisi, Caiazzo, Gallipoli, La Spezia, Mazzarino, Morano Calabro, Pompei, Pordenone, Reggio Calabria, Sant’Andrea di Conza, Santa Maria Capua Vetere, Savona e Taverna.

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17 dossier, ricordano dal Ministero della Cultura, che contengono il progetto culturale della durata di un anno, inclusivo del dettaglio del cronoprogramma e delle singole attività previste oltre che della valutazione di sostenibilità economico-finanziaria.

Tra le finaliste verrà scelta la città vincitrice per il 2027 dopo le audizioni pubbliche, che dovranno svolgersi entro il 12 marzo 2025, per la presentazione e l’approfondimento del dossier di candidatura alla giuria, mentre la proclamazione della Capitale italiana della Cultura si terrà entro il 28 marzo 2025.

La vincitrice riceverà un contributo finanziario di un milione di euro per realizzare gli obiettivi perseguiti dal progetto di candidatura e far diventare il dossier un programma di azione per mettere in mostra, nel periodo di un anno, la propria ricchezza culturale e attuare le possibilità di sviluppo offerte dalla nomina.

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