Capire il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), approvato il 12 gennaio scorso dal Consiglio dei Ministri e ora all’esame delle Camere, descrive gli obiettivi strategici e le linee di intervento che l’Italia intende adottare ai fini dell’utilizzo delle risorse messe a disposizione nell’ambito del programma ‘Next Generation EU’. Quest’ultimo garantirà al nostro Paese risorse per oltre 200 miliardi di euro – su un orizzonte di sei anni – con l’obiettivo di favorire la ripresa e mitigare gli effetti economici e sociali della crisi generata dal Covid-19.
Fondi che dovranno servire inoltre ad accelerare il percorso delle economie verso la transizione ecologica e digitale, rafforzare la resilienza dei sistemi produttivi agli shock e favorire uno sviluppo più
inclusivo, ovvero digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale, i tre assi strategici del PNNR.
Assi declinati lungo sei aree tematiche di intervento, chiamate ‘Missioni’: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Ciascuna Missione, a sua volta, è organizzata in 16 Componenti e 48 Linee di intervento, le quali raccoglieranno i singoli progetti cui verranno attribuiti gli effettivi stanziamenti di risorse.
Una delle novità che emerge dall’attuale impostazione del PNRR è l’impegno ad affrontare le criticità relative a tre specifiche priorità ‘trasversali’ alle linee di intervento e alle Missioni: parità di genere, giovani e Mezzogiorno. Il Piano, così come previsto dalle linee guida comunitarie, prevede inoltre l’adozione di una serie di riforme ‘abilitanti’ che rafforzino l’efficacia degli interventi di spesa previsti.
Il PNRR delinea in prima istanza la programmazione dei fondi europei provenienti dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (previsti in 196,5 miliardi, 127,6 in prestiti e 68,9 in sovvenzioni) – lo strumento principale in cui è organizzato ‘Next-Generation EU’ –, dal programma React-EU (13,5 miliardi) e dal Fondo per la Giusta Transizione (Just Transition Fund, 500 milioni).
Al fine di garantire un migliore coordinamento delle risorse e una maggiore coerenza nell’azione di policy lungo le sei Missioni, il Piano integra in unico framework anche le risorse della programmazione nazionale di bilancio, parte delle politiche di coesione e altri fondi europei all’interno del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027. La stima complessiva delle risorse impiegate al raggiungimento delle finalità previste nel Piano dovrebbe raggiungere così la cifra di 311,9 miliardi di euro.
Foto di Eak K. da Pixabay