Cannabis e sport, Stefano De Lillo: “Uso non aiuta prestazione sportiva”.

L’uso della cannabis non migliora le prestazioni sportive. A dichiararlo il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma, Stefano De Lillo: “E’ un falso mito che va sfatato poiché la cannabis riduce le prestazioni sportive, compromettendo le capacità cognitive e un declino neuro-psicologico”.

Argomento che verrà affrontato stasera al Circolo Canottieri Aniene nel corso dell’incontro ‘Sport vs cannabis: quando, come, a chi divulgare il messaggio della scienza’, in programma dalle 18.30 alle 20.30. “Un’occasione per dibattere sull’importanza dello sport nella prevenzione dei danni causati dal consumo di cannabis sulla salute mentale dei giovani, presentare documenti scientifici e dare informazioni utili sia ai ragazzi, sia ai genitori, agli educatori, agli allenatori e ai medici – ha aggiunto De Lillo -. A livello europeo l’Italia, insieme alla Francia, ha il primato di ragazzi che hanno fumato cannabis la prima volta a 13 anni o meno. Si tratta del 4,4% della popolazione, ossia 66mila ragazzi italiani. E sono proprio loro la categoria più fragile perché esposta ai condizionamenti che arrivano da influencer e personaggi famosi che diffondono informazioni senza alcuna correttezza scientifica”.

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Tra esse la convinzione che possano esistere delle droghe ‘leggere’ e che la cannabis non faccia male. “Sappiamo che così non è perché il 10% dei consumatori diventa psicotico, schizofrenico con un danno irreversibile sia personale che per la società. Inoltre il 30% dei consumatori ha una sindrome amotivazionale”, ha aggiunto De Lillo.