Cannabis e sport, Roberto Mancini: “Amici se ne sono andati a causa della droga”.

Un incontro divulgativo per rimarcare l’importanza dello sport nella prevenzione dell’abuso di cannabis tra i giovani. Questo in sintesi il tema dell’evento ‘Sport vs cannabis: quando, come, a chi divulgare il messaggio della scienza’, organizzato dal Gruppo di lavoro per la prevenzione dei danni causati da cannabis nei giovani, dell’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e Odontoitari.

‘Il principio e lo strumento con cui intervenire – ha informato Antonio Bolognese del dipartimento ‘Pietro Valdoni’ presso La Sapienza Università di Roma e responsabile scientifico del Gruppo di lavoro Omceo Roma- sono proprio nella ‘peer education’, non quindi conferenze e convegni che cercano di far arrivare il messaggio dall’alto, molto spesso senza riuscirci, ma interventi e iniziative che suscitino l’interesse dei giovani a cui il messaggio è rivolto, appunto, da loro pari”.

L’incontro è stato l’occasione per presentare documenti scientifici e dare informazioni utili ai ragazzi e ai genitori, ma soprattutto agli educatori, agli allenatori e ai medici stessi. Il tutto nell’ottica del messaggio che lo sport è una forma di educazione completa che aiuta ad avere un corretto stile di vita.

L’incontro è poi entrato nel vivo quando a prendere la parola è stato il professor Antonio Bolognese. ‘A fine 2021, inizio 2022 – ha detto – si parlava di legalizzazione della cannabis. Lo facevano esponenti del mondo della politica, del mondo legale e opinionisti ma era assente la voce della scienza: nessun medico era infatti stato convocato per dire quello che la cannabis determina sul cervello dei giovani, soprattutto dei giovani ragazzi’.
‘Un gruppo di persone – ha continuato – mi ha così sollecitato ad istituire un Gruppo di lavoro spontaneo formato da esperti, medici e non solo, per stilare un documento inoppugnabile da un punto di vista scientifico sui danni che la cannabis determina sul cervello umano e che poi, successivamente, divulgasse questi risultati ottenuti all’interno delle scuole e dei centri sportivi, direttamente ai giovani. A tal proposito, il 5 maggio del 2022 l’Ordine dei Medici ha accettato e ha voluto creare una Commissione ad hoc”.

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Presenza d’eccezione quella del ct dell’Italia, Roberto Mancini. ‘Fortunatamente sono stato molto lontano da questo tipo di esperienza, ma ho avuto amici che purtroppo, se ne sono andati a causa della droga. Una droga può essere leggera quanto si vuole ma sicuramente fa del male a chi ne fa uso. Credo sia fondamentale far capire ai ragazzi che si tratta di una cosa assolutamente dannosa. Penso che lo sport possa tenere molto lontano da questo tipo di situazioni”.

Ma in quale modo un genitore o un allenatore possono accorgersi che c’è qualcosa che non va in un ragazzo? Lo psichiatra Giuseppe Bersani ha risposto che ‘bisogna fare attenzione al cambiamento, discernendo da quello fisiologico del passaggio all’età adolescenziale da quello che, invece, è un cambiamento esogeno, dovuto all’assunzione di sostanze, in particolare della cannabis. Avviene un cambiamento delle relazioni, una sorta di isolamento sociale, non ci si confida più con i coetanei e si perde l’applicazione e l’interesse allo studio e il relativo rendimento’.

‘La cannabis – ha poi tenuto a precisare – interferisce potentemente con le capacità cognitive, con la memoria, con l’apprendimento, con l’attenzione e con la concentrazione. Il mio consiglio è di non sottovalutare nè gli effetti della cannabis, nè i primi sintomi: se un ragazzo cambia, non deve essere sottovalutato’.

Ha voluto portare il proprio saluto anche il presidente del Coni, nonchè presidente onorario del Circolo Canottieri Aniene, Giovanni Malagò. ‘Spesso, e tristemente, ricevo notizie di atlete e di atleti che entrano, purtroppo, nelle giuste azioni da parte delle forze antidoping, materia in continua evoluzione. In questa situazione ci sono le guardie e i ladri: questi ultimi cercano sempre di scoprire nuove tecnologie, molto evolute, mentre I primi che cercano di fermarli. Il tema della cannabis rientra appieno in tutto questo. Ricordando la vicenda della star del basket americana, Brittney Griner, condannata a 9 anni di carcere in Russia con l’accusa di traffico di cannabis, Malagò ha inoltre dichiarato che ‘lo sport è contro la cannabis e deve fare di tutto per promuovere questo messaggio. Gli atleti devono essere i primi a non commettere questi errori’.

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Il professor Luigi Tarani, associato di pediatria alla Sapienza di Roma, ha poi fornito alcuni numeri davvero preoccupanti. ‘Non è facile quantificare con esattezza, perchè gli adolescenti sono più di due milioni e l’uso puntuale di queste sostanze è in gran parte segreto. Esistono però numerosi studi a campione europei, anche italiani, che aiutano a comprendere il fenomeno. Da quello presentato in Parlamento nel 2020, emerge che il 30% di questi adolescenti ha incontrato la cannabis almeno una volta nella vita, un quarto di loro l’ha incontrata nell’ultimo anno, il 16% nell’ultimo mese e un 4,5% l’ha incontrata 20 volte nell’ultimo mese. Un dato inquietante è che un 3,5% di 66mila ragazzi inizia a provare la marijuana al di sotto dei 13 anni, dunque alle scuole medie’.

I ragazzi, è emerso durante il ‘talk show’, non sanno che esiste un rischio penale correlato alla cannabis. A chiarire questo aspetto è stato l’avvocato Nicola Madia, docente di diritto penale all’Università di Tor Vergata a Roma. ‘Consumare cannabis- ha precisato- non fa male solo alla salute, ma comporta anche un rischio penale molto rilevante. A seguito di un incidente stradale, a cui purtroppo conseguono vittime o ferite, si può arrivare fino a 15 anni di reclusione. Il passare uno spinello a un amico non è un gesto neutro per la legge, è considerato spaccio a tuti gli effetti. Trovarsi in macchina con un amico che detiene sostanze stupefacenti comporta il rischio di essere coinvolti in questa situazione. Il semplice consumo di sostanze stupefacenti non ha rilevanza penale ma può comportare la sospensione della patente, del passaporto, l’essere messo in un percorso terapeutico obbligatorio’.

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A prendere il microfono è stato poi il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi: ‘Si è abbassata l’età un po’ per tutto. Non mi riferisco solo all’uso della cannabis ma anche a ciò che riguarda i rapporti sessuali, che si sono abbassati anche a dieci anni. Bisogna intercettare i leader che coinvolgono il resto del gruppo a consumare cannabis e, allo stesso tempo, sarebbe necessario che all’interno della scuola venisse ripristinata la figura del medico scolastico, capace di intercettare per primo eventuali segnali di disagio, sentinella e punto di contatto tra il ragazzo in difficoltà e la sua famiglia’.

Tra gli interventi anche quello dell’ex questore di Macerata, Antonio Pignataro, che ha fatto chiudere tutti i negozi del capoluogo marchigiano che vendevano illegalmente i prodotti della cannabis e ha fatto condannare penalmente i gestori di questi negozi ma ha denunciato di essere stato lasciato solo in questa sua battaglia.
Chiusura dell’evento all’insegna del cinema. ‘Tanti anni fa- ha raccontato il regista e sceneggiatore, Enrico Vanzina- partecipai a un programma radiofonico con Luciano De Crescenzo, al quale fu chiesto cosa avrebbe fatto per combatte la droga. Lui rispose: ‘Farei passare il messaggio che chi si droga è un cretino’. Aveva ragione, spesso dietro una battuta umoristica c’è tanta ragione. Una persona della mia famiglia è caduta in questa storia- ha infine detto Vanzina- passando a cose più pesanti, è finita in comunità e si è rovinata la vita’.