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Calderone esulta per l’occupazione giovanile, ma i giovani italiani continuano a fuggire.

La ministra del Lavoro Marina Calderone festeggia i dati ISTAT sull’occupazione che, secondo l’esponente del Governo Meloni premierebbe “le politiche di Governo”.

“Cresce l’occupazione e scende la disoccupazione”, ha dichiarato oggi trionfalmente la ministra. Eppure, mentre Palazzo Chigi si autocelebra, i giovani continuano a lasciare l’Italia in massa, attratti da salari migliori, opportunità concrete e una prospettiva di vita più dignitosa all’estero.

Una retorica (chiamiamola ottimista) quella della Calderone non regge di fronte ai numeri reali: la crescita dell’occupazione giovanile, spesso sbandierata, nasconde contratti precari, stage sottopagati e lavori mal retribuiti. In un Paese dove il costo della vita aumenta e gli stipendi restano fermi da decenni, non basta qualche dato positivo per fermare l’esodo generazionale o, peggio, per autocelebrarsi.

Nel frattempo, il governo annuncia “ulteriori misure” per incentivare il lavoro giovanile, quello femminile e l’occupazione nel Mezzogiorno. Ma dopo anni di promesse e bonus inefficaci, la domanda resta la stessa: quando si avvierà una politica d’urto in Italia per fermare l’emorragia di giovani?

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