Cala il ‘jackpot’ di armi per l’Ucraina: ‘solo’ 175 milioni dall’Amministrazione Biden.
L’amministrazione Biden ha annunciato l’invio dell’ennesimo “pacchetto di assistenza” al Governo di Kiev. Ma, contrariamente ai miliardi erogati fino a qualche mese fa, grazie alla crescente protesta interna verso l’invio di armi all’Ucraina, adesso nel nuovo pacchetto ci saranno poco più di 175 milioni di dollari.
Tradotto, un altro grande fallimento del presidente Joe Biden il quale, recentemente, ha pure aperto all’ipotesi di inviare truppe americane in Ucraina laddove la Russia continui a guadagnare terreno. La grande america democratica, diversamente da quanto presunto dagli analfabeti funzionali radical nostrani, si conferma, insomma, poco aperta alla strada diplomatica.
Nel frattempo, l’unico dato certo è che anche la cinquantaduesima tranche di attrezzature militari inviate dall’amministrazione Biden dall’agosto 2021, non produrrà alcun risultato verso la pace, se non lo ‘svuotamento’ dell’arsenale militare americano, l’invio di armi usate e l’acquisto di nuove forniture dalle lobby delle armi. Come spesso è previsto in tutti gli Stati democratici. Ma questa è un’altra storia…
Anche in questo pacchetto, ricordano dal Dipartimento della Difesa americana, non mancheranno i missili AIM-9M per la difesa aerea, gli HIMARS, colpi di artiglieria da 155 mm e 105 mm, missili HARM, TOW, Javelin e AT-4 e oltre 4 milioni di munizioni per armi leggere
Della bontà dell’investimento in piombo, nonostante i magri successi ormai dimenticati pure dalla stampa mainstream, l’amministrazione BIden è, però, ancora convinta, come ricordato dall’ultima dichiarazione rilasciata “dallo Zio Sam” secondo la quale “l’assistenza in materia di sicurezza per l’Ucraina è un investimento intelligente per la nostra sicurezza nazionale”, capace ancora di “prevenire una guerra più ampia nella regione e a scoraggiare potenziali aggressioni altrove, rafforzando al contempo la nostra base industriale di difesa e creando posti di lavoro altamente qualificati per il popolo americano”.
A buon intenditore, poche parole.
A ricordare, ancora, l’intenzione degli Stati Uniti d’America di fare dell’Ucraina un nuovo luogo per lo sviluppo di “armi critiche” è stato ieri lo stesso Segretario alla Difesa Lloyd J. Austin III, inaugurando una nuova partnership tra USA e Ucraina a sostegno della fondazione di una base industriale della difesa nel Paese dell’Europa orientale.
“La capacità dell’Ucraina di produrre attrezzature militari critiche a livello nazionale è fondamentale per la sua capacità di mantenere libertà e sovranità durature all’interno dei suoi confini – ha dichiarato Austin III -. Dobbiamo continuare a lavorare e rafforzare la base industriale della difesa dell’Ucraina, sia per mantenere l’attuale sforzo bellico dell’Ucraina sia per rafforzare la forza nazionale e la deterrenza dell’Ucraina nel futuro”.
Insomma, maggiori investimenti per la difesa, ricordiamolo le armi, e una formale dichiarazione di intenti sulla coproduzione di armi critiche e sulla priorità dello scambio tecnico e di dati tra i due Paesi per rispondere ai bisogni urgenti delle forze armate ucraine. Che sia in tempo di guerra o pace, poco importa!
Austin ha poi affermato che i progressi realizzati attraverso le partnership industriali apriranno la strada all’Ucraina per produrre pezzi di ricambio più vicine alle necessità del Governo di Kiev. “Stiamo lavorando per sfruttare tutta la potenza della libera impresa americana e dell’innovazione americana per raggiungere questo obiettivo”, ha affermato. “Sono fiducioso – ha concluso Austin III – che abbiamo tutti gli elementi di cui abbiamo bisogno per aiutare i nostri amici ucraini a sostenere la loro lotta per la loro sovranità nel lungo periodo”.
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