Cagliari: sequestrati beni per oltre 500mila euro.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cagliari hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per oltre 500.000 euro, nei confronti di una società di Sestu, gestita da cittadini di nazionalità cinese.

Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle traggono origine da due distinte attività di verifica fiscale nei confronti delle società, entrambe operanti nel settore della grande distribuzione di prodotti non alimentari, con la stessa denominazione ma una qualificata come “ditta individuale” e l’altra come “società a responsabilità limitata”.

Tale circostanza, come anche rilevato nel corso delle attività ispettive dai Finanzieri, ha generato una situazione di promiscuità nella gestione delle due aziende che, di fatto, sulla base degli accertamenti finora svolti, è stata la causa principale di svariate, ritenute anomalie rilevate nella contabilità e, conseguentemente, delle irregolarità riscontrate sotto il profilo fiscale. Le aziende, in particolare, avevano tutte sede presso il domicilio del rappresentante legale che si occupava della predisposizione di un unico prospetto riepilogativo degli incassi per entrambe, diversi dipendenti risultavano prestare l’attività lavorativa presso la ditta individuale ma di fatto erano in carico alla Srl.

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Le approfondite attività di indagine hanno ricostruito una sofferenza economico-finanziaria della ditta individuale già dal 2015 che si è aggravata costantemente sino al 2024 con una posizione debitoria nei confronti dell’erario per oltre 3 milioni di Euro. Situazione analoga si è verificata per la società a responsabilità limitata.

Da qui la contestazione, in capo ai responsabili delle citate società, di alcune ipotesi di condotte illecite che sarebbero consistite nell’aver sottratto alla procedura fallimentare i libri e le scritture contabili obbligatorie, nell’aver omesso sistematicamente il pagamento delle imposte, nell’aver ritardato la liquidazione giudiziale della ditta, già in stato di dissesto dal 2015, e nell’aver distratto merci per oltre 500.000 euro dalla ditta individuale ormai “decotta” per trasferirle alla Srl, al fine di rivenderle ed ostacolarne la ricostruzione della loro provenienza, configurando il reato di autoriciclaggio (art. 648-ter n.1 del codice penale).

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La misura cautelare reale che ne è scaturita, emessa dal Tribunale del capoluogo sardo nei confronti della società a responsabilità limitata, del suo rappresentante legale e dell’amministratore di fatto, ha permesso di apprendere disponibilità finanziarie su n. 11 istituti di credito e n. 7 tra autoveicoli privati ed aziendali.