Cagliari, a scuola di propaganda elettorale.
Nella prima Repubblica quasi ogni partito aveva la sua scuola politica deputata alla formazione dei propri quadri e dirigenti; Molti anni e innumerevoli scappati di casi eletti in parlamento dopo, a quanto sembra siamo passati dalle scuole di partito alle scuole dei partiti.
Ieri, durante il comizio di Giorgia Meloni a Cagliari, un contestatore con in mano una bandiera arcobaleno è salito sul palco e ha civilmente espresso alla leader di FDI le sue rimostranze per le posizioni della destra sui diritti LGBT. Il tutto si è risolto nel classico episodio di invasione pacifica di un avvenimento pubblico.
In serata il Liceo Artistico e Musicale di Cagliari “Foiso Fois”, ha pubblicato nella sua pagina facebook una foto dell’avvenimento accompagnato dal seguente messaggio: “Questa civilissima e performatica contestazione è di un ex studente del Foiso Fois, in uscita dall’Accademia di Belle Arti di Sassari: Grazie d’essere presente nel rappresentare un mondo migliore possibile con civiltà, cultura, coraggio, creatività e buone maniere, la democrazia è bella per questo”.
Bene, bravi, bis e tanti saluti alla neutralità e all’universalismo che dovrebbe caratterizzare la scuola pubblica in un Paese democratico. Ciò che, tuttavia, appare sconcertante non è la violazione di tali principi, bensì il fatto che un organo della pubblica amministrazione sia intervenuto in maniera pacchiana e sconsiderata in una campagna elettorale.
Chi è deputato a farlo dovrebbe intervenire ma siamo nell’Italia della seconda repubblica e il condizionale è d’obbligo; di più, è una sentenza.
immagine pagine facebook Liceo Artistico e Musicale di Cagliari “Foiso Fois”