Cada Die: il teatro per l’emancipazione delle persone detenute.

Da molti anni ormai, Alessandro Mascia e Pierpaolo Piludu tra i fondatori della compagnia cagliaritana Cada Die Teatro, hanno lanciato una scommessa: far sì che il teatro diventi strumento di emancipazione per uomini e donne che, al di là delle scelte fatte in passato, sono alla ricerca di un’opportunità di rinascita.

Giovedì 15 dicembre i due progetti, “Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza” (dove protagonisti sono i detenuti del carcere di Uta in un programma nazionale che vede insieme 14 compagnie teatrali con altrettante fondazioni bancarie e istituti di pena) e “Teatro oltre le sbarre” (con gli allievi attori in regime di semilibertà), si incontrano idealmente per dar vita a un confronto aperto al pubblico.

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Interverranno operatori culturali, psicologi, insegnanti, formatori, operatori penitenziari e, naturalmente, i protagonisti di questa esperienza: coloro che hanno scelto il teatro per ritrovare un senso etico della vita e provare a modificare il proprio futuro. Tra i desideri degli organizzatori c’è quello di accendere i riflettori sulla condizione carceraria e sulla necessità che trovi applicazione il principio costituzionale della funzione rieducativa della pena.

Alle 17 al Centro culturale La Vetreria di Pirri, a raccontare di questa esperienza nel convegno dal titolo “Rinascite” saranno i due padroni di casa Mascia e Piludu assieme a Giovanni Malagutti, presidente della Fondazione Malagutti, psicologo, psicoterapeuta, criminologo, esperto di lavoro nel settore ospedaliero e socio-sanitario, Domenico Polidoro, direttore di ACS Abruzzo e Molise che fa parte del circuito di Per Aspera ad Astra, nonché regista e drammaturgo; Maria Grazia Caligaris dell’associazione Socialismo, Diritti e Riforme, da sempre impegnata sul fronte del miglioramento delle condizioni carcerarie. Modera l’incontro il giornalista Luca Mirarchi.

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A seguire, alle 19, gli attori che da un anno circa lavorano intorno al testo dell’autrice nuorese naturalizzata danese Maria Giacobbe porteranno in scena “Il parto della montagna”, testo scritto nel 1978 che criticava in maniera dura e appassionata il Piano di Rinascita del 1962 voluto dal Parlamento italiano che finanziò la creazione delle due maggiori industrie isolane, i poli petrolchimici di Porto Torres e Sarroch. Una delle particolarità di questo progetto sta nell’aver messo insieme “persone comuni”, donne e uomini appassionati di teatro e in particolare  alcuni allievi della Scuola di Arti Sceniche La Vetreria, con gli allievi in regime di semilibertà per offrire l’opportunità, attraverso questo confronto continuativo, di acquisire conoscenze e sperimentare dinamiche di gruppo incentrate sulla condivisione. La serata è organizzata in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura danese.

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