Botillon a Buoncammino: torna la sagra del troglodita
Cagliari, Belvedere di Buoncammino, mattina di un giorno di festa: decine di bottiglie vuote, avanzi di cibo, cartacce e rifiuti vari sparsi ovunque, pozzanghere di vomito e puzza di piscio. A osservare tutto ciò con sguardo sconfortato un anziano netturbino che, armato di scopa e sacchi di plastica, si accinge ad affrontare una giornata di duro quanto evitabile lavoro.
Cambiano amministrazioni comunali, mode, tempi ma non il rito beota del “bottillon” a Buoncammino che, di generazione in generazione, si tramanda inalterato nella sua formula all’insegna dell’inciviltà: ci si da appuntamento in uno dei luoghi più belli della città per festeggiamenti ad alto tasso alcolico, lasciandosi dietro cumuli di rifiuti e spazzatura. Tutti festeggiano, nessuno raccoglie, nessuno pulisce. Il giorno dopo il belvedere pare un’enclave della periferia di Calcutta senza neanche la giustificazione della povertà (per quella dell’ignoranza evitiamo paragoni che risulterebbero irriguardosi nei confronti degli abitanti della città indiana). Il Netturbino ci racconta dei tanti quanto inutili esposti e reclami fatti:<< sono anni che questa situazione va avanti e siamo costretti a turni extra a causa della maleducazione altrui. Mi verrebbe voglia di lasciare tutto cosi com’è ma se lo facessi passerei dalla parte del torto>>.
In passato si sono tentate diverse soluzioni per porre rimedio a una situazione divenuta insostenibile per chi vive e lavora nella zona: dalle sanzioni pecuniarie alle campagne di sensibilizzazione. Tentativi inutili se non controproducenti. Noi di Sardegnagol, rivista nata per dare voce al mondo giovanile in tutte le sue forme, incluse quelle spontaneiste, una proposta l’abbiamo. Invitiamo chi partecipa a un bottillon a osservare il giorno dopo il lavoro al quale sono costretti i netturbini. Siamo convinti che se non tutti, certamente alcuni di loro avrebbero qualche scrupolo di coscienza.