Bulgaria, ID: “Fermare il mercato delle spose”.

Può un Paese membro dell’UE ricevere fondi europei senza garantire il rispetto dello Stato di diritto? Sembrerebbe di sì guardando al caso della Bulgaria dove, secondo una recente interrogazione degli eurodeputati del gruppo ID*, si consumerebbe ogni anno il mercato delle spose. Un vero e proprio mercimonio disonorevole per un Paese UE: “A Stara Zagora, in Bulgaria, circa 18000 persone appartenenti alla comunità Kalaidzhi si riuniscono ogni anno per partecipare al cosiddetto mercato delle spose, dove si negoziano i prezzi delle ragazze di età compresa tra i 13 e i 20 anni vendute come mogli sulla base di criteri relativi alla verginità e all’aspetto estetico”.

Nonostante l’esistenza di questa pratica medioevale all’interno dell’UE, in aperta violazione dei principi di autodeterminazione femminile, la Bulgaria nel periodo 2014-20 – secondo la relazione speciale 14/2016 della Corte dei Conti europea – avrebbe ricevuto 143 milioni di euro per l’integrazione delle comunità emarginate, tra le quali la popolazione Kalaidzhi.

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Sulla base della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, della Convenzione sui diritti del fanciullo e della Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, i firmatari dell’interrogazione hanno chiesto alla Commissione di riferire circa le misure adottate per porre fine alla tratta delle donne in Bulgaria.

Ylva Johansson, foto Daina Le Lardic © European Union 2020 - Source : EP
Ylva Johansson, foto Daina Le Lardic © European Union 2020 – Source : EP

Ieri, a nome della Commissione europea, è intervenuta la Commissaria Ylva Johansson, confermando l’intenzione di interrogare il Governo Bulgaro sulle misure a contrasto del commercio di esseri umani: “Le persone provenienti dalle comunità Rom emarginate corrono un alto rischio di cadere vittime della tratta, principalmente le donne e ragazze nel caso dello sfruttamento sessuale e dei matrimoni forzati e fittizi. Sebbene l’investigazione e il perseguimento dei casi di tratta di esseri umani ricadano nella responsabilità esclusiva delle autorità competenti degli Stati membri, tenuto conto della gravità delle accuse, la Commissione chiederà alle autorità nazionali della Bulgaria ulteriori informazioni sulle indagini relative al “mercato delle spose” e sulle misure nazionali volte a contrastare tale pratica”.

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“Nella primavera del 2021 – spiega la Commissaria europea – la Commissione presenterà una nuova strategia dell’UE per combattere la tratta di esseri umani, strettamente collegata alla strategia dell’UE di lotta alla criminalità organizzata. Si concentrerà sulla dimensione di genere della criminalità e della tratta a fini di sfruttamento sessuale. Il quadro strategico dell’UE per l’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione dei Rom fino al 2030 rafforza l’enfasi sulla lotta alla discriminazione, all’antiziganismo e all’esclusione sociale. Incoraggia gli Stati membri a sviluppare un sistema globale di sostegno alle vittime, in linea con la direttiva 2012/29/UE, al fine di combattere le molteplici discriminazioni di cui sono oggetto i bambini e le donne rom, la violenza e la tratta di esseri umani. Invita gli Stati membri a combinare misure di carattere generale e misure mirate in tutti i settori, a sostegno dell’effettiva parità di accesso dei Rom ai diritti e ai servizi”.

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*Gianna Gancia (ID), Francesca Donato (ID), Angel Dzhambazki (ECR), Jean-Lin Lacapelle (ID), Ivan Vilibor Sinčić (NI), Annalisa Tardino (ID), Elena Lizzi (ID).