Brexit. Il punto della Fondazione Erasmo.

Le elezioni inglesi segnano una svolta storica per Regno Unito e Unione Europea. La vittoria dei Conservatori di Boris Johnson, non lascia grandi spazi all’immaginazione. Il Regno Unito sceglierà legittimamente un proprio percorso solitario, mentre l’Europa perderà uno Stato membro. Una fuga dal sogno europeo che avrà ricadute negative sul fronte della mobilità europea, specialmente per quanto riguarda i più giovani.

La vicenda inglese è significativa, per la prima volta dopo 62 anni l’unità politica ed organizzativa dell’Unione è messa in discussione. La mobilità, elemento unificante e caratterizzante del continente europeo, subisce uno stop. Ciò che ha rappresentato la conquista migliore dell’Europa, ovvero la mobilità di persone, merci, tecnologie e competenze, subisce un duro colpo.

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Basti pensare all’Erasmus, al libero scambio, alla libera circolazione di persone: tutti elementi che hanno realizzato lo spazio più ricco e formato del pianeta, poggiato sulla voglia di crescere insieme da parte di Stati e cittadini. Si tratta elementi oggi messi in discussione in UK e da quanti in tutta Europa vorrebbero limitare tali politiche.

“Le libertà della mobilità, le opportunità che offrono a persone, aziende, competenze e tecnologie, vanno preservate e messe al sicuro rispetto alle diverse idee di Europa presenti nella contesa politica – dice Giacomo D’Arrigo, Presidente del Comitato Promotore di ‘Erasmo’ – e proprio a Londra, lo scorso 27 ottobre, abbiamo presentato il Manifesto Promotore della Fondazione di Partecipazione che vorremmo realizzare a sostegno di mobilità europea e della valorizzazione del capitale umano: motivazioni e obiettivi illustrati proprio nel luogo in cui più che altrove si mette in discussione la scelta europea”.

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