Biossido di titanio. Quanto sono sicure le nostre mascherine?

I dispositivi di protezione individuali dovrebbero aiutare a prevenire il contagio da Covid-19. Ma quanto sono sicuri per la nostra salute? Una domanda ricordata in una recente interrogazione degli europarlamentari de gruppo dei Non Iscritti, Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato, Eleonora Evi e Ignazio Corrao, che hanno portato all’attenzione della Commissione europea i risultati della ricerca dell’associazione dei consumatori “Adiconsum Veneto” che ha rilevato nel 70% dei lotti di mascherine analizzati, tracce di biossido di titanio (TiO2) in quantità variabile da 100 ppm a 2000 ppm.

Ignazio Corrao
Ignazio Corrao

Una sostanza, definita dalla stessa IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) come “possibile agente cancerogeno per l’uomo” quando inalato, mentre per l’Inra (l’Istituto nazionale francese per la ricerca agronomica) l’esposizione cronica al TiO2 può “provocare stadi precoci di cancerogenesi”.

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Essendo i Dpi diventati oggetti di uso quotidiano, i tre esponenti dei Non Iscritti hanno chiesto alla Commissione europea se saranno avviati ulteriori studi per valutare i rischi legati all’esposizione continuativa e prolungata del sistema respiratorio al TiO2, così da definire la concentrazione massima ammissibile nei dispositivi di protezione individuali in commercio.

Oggi, a nome della Commissione von der Leyen, ha risposto Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno: “Il regolamento (UE) 2016/425 (regolamento sui Dpi) stabilisce i requisiti essenziali di salute e di sicurezza che si applicano ai dispositivi di protezione individuale, quali le mascherine facciali di tipo FFP. Il regolamento sui Dpi si basa sui principi del “nuovo approccio” e del “nuovo quadro legislativo” e rimane pertanto tecnologicamente neutro e non prescrive soluzioni tecniche specifiche. In considerazione di questa neutralità tecnologica – ha precisato Breton – il regolamento sui Dpi non definisce quali debbano essere i materiali costitutivi precisi dei Dpi. L’uso del biossido di titanio (TiO2) non è imposto né dal regolamento sui Dpi né dalle pertinenti norme armonizzate per le
mascherine facciali filtranti”.

Thierry Breton, foto europarl.europa.eu
Thierry Breton, foto europarl.europa.eu

“Al momento della progettazione dei loro prodotti – ha aggiunto il Commissario europeo – i fabbricanti devono rispettare i requisiti volti a garantire che i Dpi e i loro materiali costitutivi non rappresentino una fonte di rischi per la salute o la sicurezza dell’utilizzatore e devono tenere in debita considerazione lo stato della tecnica nonché i “fattori tecnici ed economici, che sono conciliati con un elevato livello di protezione della salute e della sicurezza” come base per la valutazione della conformità. Tutte le conclusioni scientifiche in merito al TiO2 dovranno essere adeguatamente incluse nelle procedure di valutazione della conformità dei DPI prima della loro immissione sul mercato. Va osservato, infine, che le mascherine chirurgiche non rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento sui Dpi, ma sono disciplinate dalla legislazione dell’UE sui dispositivi medici”.

“Le autorità degli Stati membri – ha concluso Breton – sono responsabili dell’applicazione e dello scambio di informazioni pertinenti. Ad oggi sono state inviate più di 150 segnalazioni relative a mascherine facciali non conformi da parte di 15 autorità degli Stati membri attraverso il SafetyGate/RAPEX per allertare tempestivamente gli altri Stati membri e informare i consumatori”.

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