Biodiversità: le nuove misure UE contro il traffico illegale di specie selvatiche.
La Commissione europea ha adottato un piano d’azione a contrasto del commercio illegale di specie selvatiche, come annunciato nella strategia sulla biodiversità per il 2030. Mercato che concorre alla decimazione o estinzione di intere specie, favorendo la diffusione delle zoonosi, ovvero le malattie che si trasmettono tra animali e esseri umani.
Secondo la relazione sui reati commessi a livello internazionale contro le specie selvatiche pubblicata nel 2020 dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, il traffico illegale di specie selvatiche interessa tutti i Paesi del mondo e riguarda un’ampia gamma di specie.
L’UE, in particolare, rappresenta uno snodo per il traffico mondiale di specie selvatiche. Il valore riportato del commercio illegale di specie selvatiche nell’UE è stato di almeno 4,7 milioni di € nel 2019, ma si ritiene che sia sottostimato. Ancora, per comprendere l’entità del fenomeno, le autorità degli Stati membri dell’UE sequestrano regolarmente fauna e flora selvatiche sotto forma di diversi tipi di merci, tra cui prodotti medicinali, coralli, rettili, uccelli, piante e mammiferi. Dal 2017 sono stati effettuati mediamente oltre 6.000 sequestri annuali di specie selvatiche figuranti nell’elenco CITES nell’UE.
Per contrastare tali dinamiche, il piano riveduto dalla Commissione europea si articolerà lungo 4 priorità, fanno sapere dall’Esecutivo von der Leyen: prevenzione del traffico illegale di specie selvatiche, riducendo la domanda di specie selvatiche commercializzate illegalmente, promuovendo mezzi di sussistenza sostenibili nei paesi di origine e contrastando la corruzione ad ogni livello; rafforzamento del quadro giuridico e politico contro il traffico illegale di specie selvatiche, allineando le politiche nazionali e dell’UE agli impegni internazionali e ai dati più recenti e dialogando con i settori economici coinvolti nel commercio di specie selvatiche; garantire una migliore applicazione delle normative e le politiche volte a contrastare il traffico illegale di specie selvatiche, migliorando le percentuali di rilevamento di attività illegali all’interno dell’UE, ponendo l’accento sullo sviluppo delle capacità lungo l’intera catena di contrasto, incoraggiando il coordinamento e la cooperazione all’interno degli Stati membri e tra di essi e intensificando gli sforzi per contrastare il traffico illegale di specie selvatiche online; rafforzare il partenariato globale tra Paesi di origine, di consumo e di transito contro il traffico illegale di specie selvatiche, potenziandone le capacità e migliorando la cooperazione tra gli Stati membri, i soggetti dell’UE responsabili di far rispettare le norme e i principali Paesi terzi.
Il piano d’azione riveduto giunge in un momento critico per la preservazione della biodiversità globale. È un segno del ruolo guida svolto dall’UE in vista di due importanti riunioni internazionali: la conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (CoP 15), che si terrà a Montreal a dicembre, in cui si prevede che le parti raggiungeranno un accordo a livello mondiale per arrestare e invertire la distruzione avanzante della biodiversità, e la CoP 19 della CITES in programma a Panama dal 14 al 25 novembre.