Bielorussia, Borrell: “Referendum costituzionale non democratico”.

La maggioranza dei cittadini bielorussi – più del 65% dei votanti – ha detto sì al quesito referendario proposto dal Presidente bielorusso Alexander Lukashenko per la modifica alla Costituzione della Repubblica di Bielorussia, rafforzando così i poteri del ‘Backa’ bielorusso, notoriamente conosciuto come l’ultimo dittatore in Europa.

Referendum, come spesso rilevato nelle consultazioni elettorali del Paese, dove solo il 10,07% degli elettori ha votato contro, a fronte di un’affluenza del 78,63%. Un risultato poco credibile, alla luce delle evidenze storiche e della tempistica del referendum, per l’Alto rappresentante dell’UE, Josep Borrell: “Oggi, il regime bielorusso ha organizzato un referendum costituzionale in un contesto di diffuse violazioni dei diritti umani. Ci sono più di 1070 prigionieri politici nel Paese e lo spazio per un vero dibattito pubblico è completamente chiuso, senza contare l’enorme numero di cittadini bielorussi costretto all’esilio. Queste – ha ribadito l’Alto Rappresentante – non sono le condizioni per un processo di revisione costituzionale democratico”.

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A preoccupare l’UE anche la soppressione dell’articolo 18, relativo allo status sul nucleare, definito da Borrell come “un elemento preoccupante”.

Tra le altre modifiche proposte dal referendum, l’immunità a vita per gli ex presidenti e l’introduzione di un limite di due mandati presidenziali per i successori di Alexander Lukashenko. Novità che, di fatto, consentirebbe al Presidente Lukashenko di rimanere al potere fino al 2035, in caso di rielezione nel 2025. 

foto Kremlin.ru