Bielorussia, 18 anni a Siarhei Tsikhanouski, Portavoce UE: “Accuse infondate contro cittadini bielorussi che hanno esercitato il loro diritto di espressione”.
Ieri a Gomel, in Bielorussia, in un processo a porte chiuse, sei prigionieri politici sono stati condannati con pene detentive dai 14 ai 18 anni, con l’accusa di incitamento all’odio e ‘preparazione di disordini di massa’. Tra i destinatari dei provvedimenti della giustizia bielorussa, Siarhei Tsikanouski, blogger arrestato dall’OMON lo scorso 31 maggio 2020, dopo aver annunciato la sua intenzione di candidarsi alle elezioni presidenziali, vinte da Alexander Lukashenko.
Una condanna eccellente che, per l’UE, rappresenta la sistematica repressione brutale di tutte le voci indipendenti in Bielorussia da parte del regime.
Insieme a Tsikanouski, compagno tra l’altro della leader dell’opposizione democratica Svjatlana Cichanoŭskaja, sono stati condannati Dmitry Popov, Ihar Losik e Uladzimir Tsyhanovich, blogger che gestivano popolari canali Telegram e Youtube, condividendo informazioni sulla campagna per le elezioni presidenziali, mentre 14 anni di carcere sono stati inflitti a Mikola Statkevich.
“L’UE – si legge nella nota del Portavoce dell’Unione – condanna fermamente le continue violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte del regime di Minsk. L’UE ribadisce la sua richiesta per il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri politici. Ora – prosegue la comunicazione – ci sono più di 920 prigionieri politici in Bielorussia, molti dei quali sottoposti a torture e maltrattamenti. La Bielorussia deve rispettare i suoi impegni e obblighi internazionali all’interno delle Nazioni Unite e dell’OSCE”.
In vista del continuo deterioramento delle violazioni dei diritti umani e della repressione in Bielorussia, l’UE, nei prossimi tempi, adotterà nuove sanzioni contro persone ed entità responsabili della violazione dei diritti umani in Bielorussia.
Foto di Zdeněk Fekar da Pixabay