Biden manda ancora armi all’Ucraina ma è incapace di proseguire la campagna elettorale.

In un mondo sempre più paradossale come quello odierno non dovrebbe sorprendere l’incapacità conclamata del presidente americano Joe Biden di proseguire con lucidità una campagna elettorale per tornare alla Casa Bianca. Numero uno degli USA capace, però, di mantenere alta l’escalation militare con la Federazione Russa e rimpinguare, con cadenza quasi settimanale, gli arsenali del Governo di Kiev per alimentare una guerra di posizionamento che, lontano da interessi lobbistici, serve a ben poco per le sorti della società civile.

Gli stessi alleati “dell’81enne americano”, come Nancy Pelosi e Barack Obama, starebbero facendo pressioni per sostenere un cambio di candidatura, mentre altri “pezzi grossi” del partito Democratico (solo nel nome ormai) chiedono incessantemente di lasciare la corsa per la Casa Bianca.

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Ma, secondo fonti americane, bisognerà attendere almeno questo fine settimana per vedere una conferma , o meno, dell’abbandono di Joe Biden, trattato ormai dagli stessi compagni di partito alla stregua di un anziano da parcheggiare in una RSA. Non male per un presidente guerrafondaio desideroso di alimentare l’escalation militare contro “l’impero del male” di Vladimir Putin.

Un presidente diventato, quindi, imbarazzante (non era difficile) per lo stesso partito democratico che, anche la scorsa settimana, nel pieno delle proprie funzioni presidenziali, ha stanziato altri 225 milioni di dollari per il sessantunesimo “pacchetto di assistenza” all’Ucraina del valore di 225 milioni di dollari.

foto Thierry Roge Copyright© European Union 2015 EP

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