Bevi Responsabilmente: la FIPE promuove la “buona movida”.

Un presidio per la legalità e socialità. Questo in poche parole rappresenta il mondo dei pubblici esercizi per l’Italia, contro il dilagante fenomeno dell’abusivismo e della presenza (purtroppo non trascurabile) di operatori del settore non in linea con i valori di trasparenza e di pubblico servizio promossi dalla categoria degli esercenti italiani. Di questo e del manifesto FIPE contro la mala movida si è parlato nel corso della conferenza stampa indetta dallA Fipe-Confcommercio e dalla’Associazione Nazionale Magistrati, svoltasi ieri nell’Aula del Consiglio comunale di Cagliari.

Roberto Calugi, Direttore Generale FIPE-Confcommercio, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Una categoria, quella degli esercenti, spesso erroneamente additata come il principale alleato della malamovida nelle città italiane, nonostante le stesse relazioni ministeriali abbiano indicato, specialmente nel periodo del lockdown, un maggiore consumo di alcolici e fenomeni di devianza collegati all’uso di alcol. Dinamica frutto, invece, “del rafforzamento di nuovi canali alternativi e meno controllati di vendita di alcolici”.

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“La nostra federazione nazionale – spiega il Presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongia – con questo progetto dimostra che il percorso giusto è la pace sociale tra le varie realtà. Importante mettere al centro il monitoraggio del territorio. Il primo ragionamento va verso i giovani che purtroppo spesso si ritrovano spaesati e cercano di emulare fenomeni come l’utilizzo degli alcolici, certo è che ormai non è più un valore aggiunto il rispetto della legalità”.

Un fenomeno, la devianza giovanile, influenzato, in un comune come quello cagliaritano, anche dall’assenza di politiche giovanili innovative per i giovani. Ma di questo nessun accenno è stato fatto dal primo cittadino di Cagliari, Paolo Truzzu (presente all’incontro) o dall’attuale referente per le politiche giovanili, invece assente nel corso dell’iniziativa. Con i giovani, probabilmente, bisogna mantenere l’attuale livello di autoreferenzialità istituzionale.

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Presenti, invece, i giovani dell’Istituto di Istruzione Superiore Don Deodato Meloni di Oristano, scuola polo per la Sardegna di RE.NA.I.A. alla conferenza sul bere responsabile. “Ritengo che la scuola abbia una responsabilità fondamentale sull’aspetto educativo del comportamento dei ragazzi essendo dopo la famiglia il punto di riferimento dei giovani. Alcuni modelli che la società propone spesso non corrispondono a quello che dovrebbe essere il comune senso della vita. Fra questi modelli vi è l’uso dell’alcool che non deve mai diventare un abuso. Infatti la differenza fra uso e abuso è fondamentale. Bere un bicchiere di vino a pasto è salutare produce effetti benefici e costituisce un piacere per il palato e per la mente. Abusare invece produce effetti devastanti per la salute oltre che creare pericoli, qualora l’abusante si metta ad esempio alla guida di un veicolo o faccia altro senza la piena consapevolezza di sé stesso. Ecco una conferenza come quella alla quale i nostri ragazzi dell’alberghiero hanno partecipato costituisce un aspetto culturale per la diffusione di modelli responsabili a cui la scuola deve sempre fare riferimento per raggiungere i suoi scopi educativi”, ha dichiarato, Bruno Sanna Dirigente scolastico dell’istituto.

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Durante la presentazione del progetto, il Presidente di FIPE-Confcommercio ha rilanciato la necessità di stipulare un vero e proprio Patto tra imprese, associazioni e istituzioni locali pensato per promuovere una convivialità sana e consapevole. Un Patto espresso in un Manifesto per contrastare la mala movida, a partire dalla lotta all’abusivismo, all’utilizzo di prodotti di qualità, procedendo per la formazione del personale e favorire il consumo di bevande alcoliche all’interno dei locali e dehors, ponendo fine (finalmente) ai bivacchi improvvisati sulle piazze e scalinate della città.