BCE: le ultime decisioni di politica monetaria.

L’inflazione rimarrà elevata per molto tempo, principalmente a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia, dei generi alimentari e dalla guerra in Ucraina. Ne sono convinti alla Banca Centrale Europa che ha rivisto ieri in modo significativo le proprie proiezioni di inflazione di base. 

E’ prevista, in particolare, un’inflazione annua al 6,8% nel 2022, al 3,5% nel 2023 e al 2,1% nel 2024. Ciò significa una inflazione leggermente al di sopra dell’obiettivo del Consiglio direttivo della BCE.

Sullo sfondo l’aggressione della Russia all’Ucraina: un macigno che continua a pesare sull’economia europea specialmente per le conseguenze prodotte sul commercio e fino ad arrivare all’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Fattori che continueranno a pesare sulla fiducia e a frenare la crescita, soprattutto nel breve termine. Tuttavia, secondo la BCE, ci sono le condizioni affinché l’economia continui a crescere a causa della riapertura dell’economia e dei risparmi accumulati durante la pandemia. Questa prospettiva si riflette ampiamente nelle proiezioni degli esperti dell’Eurosistema, che prevedono una crescita annua del PIL reale al 2,8% nel 2022, al 2,1% nel 2023 e al 2,1% nel 2024.

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Sulla base di questa situazione economica e politica il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di compiere ulteriori passi nella normalizzazione della propria politica monetaria, a partire dallo stop agli acquisti netti di attività nell’ambito del suo programma di acquisto di attività (PAA), ovvero titoli di Stato, titoli emessi da istituzioni sovranazionali europee, obbligazioni societarie, titoli derivanti da cartolarizzazioni e obbligazioni garantite, a partire dal 1° luglio 2022.

Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire integralmente i pagamenti principali dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito del PAA per un periodo di tempo prolungato oltre la data in cui inizierà ad aumentare i tassi di interesse di riferimento della BCE e, comunque, per tutto il tempo necessario a mantenere ampie condizioni di liquidità e un adeguato orientamento di politica monetaria.

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Per quanto riguarda il programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP), il Consiglio direttivo intende reinvestire i pagamenti in linea capitale dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito del programma almeno fino alla fine del 2024.

Gli acquisti netti nell’ambito del PEPP potrebbero anche essere ripresi, se necessario, per contrastare gli shock negativi legati alla pandemia.

Il Consiglio direttivo intende, ancora, aumentare i tassi di interesse chiave della BCE di 25 punti base. Nel frattempo, il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati rispettivamente allo 0,00%, 0,25% e -0,50% il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale e il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sulla linea di deposito.

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Guardando più avanti, il Consiglio direttivo prevede di aumentare nuovamente i tassi di interesse chiave della BCE a settembre.

Insomma, si va verso l’austerità.

foto mailgk1 da Pixabay