‘Back to the ’80s’: Dal 6 agosto Cagliari riscopre gli anni Ottanta.
Avvicinare i cittadini alla cultura e alla fruizione dei musei della città. Questa in sintesi la strategia alla base della programmazione culturale dell’Assessorato alla Cultura di Cagliari, presentata stamane alla Galleria Comunale d’Arte dall’assessora Paola Piroddi. Un incontro con la stampa per introdurre il nuovo allestimento della mostra “Back to the 80’s – Gli anni Ottanta dentro e fuori le Collezioni Civiche” curata da Efisio Carbone e Tiziana Ciocca.
Una esposizione che per l’assessora Paola Piroddi “ha il chiaro intento di rendere più accessibile la cultura per turisti e cittadini, liberando le potenzialità legate all’utilizzo del patrimonio museale cagliaritano”. Una strategia coerente con i tempi e con l’intento di educare ‘al bello’ e avvicinare anche il pubblico più giovane, segmento anagrafico che, come ricordato dall’esponente della Giunta Truzzu nel corso della conferenza, “sta perdendo importanti valori”.
Un nuovo approccio verso la gestione dei siti culturali auspicato da tempo, anche per liberare l’arte cittadina da un certo snobismo di maniera, rendendo più popolare e aperto, senza svilimento alcuno, quanto da sempre fa parte della storia e della cultura della città. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che nelle sue più diverse espressioni è la stessa arte che ci ricorda, con una certa intransigenza, che essa appartiene al mondo e il mondo appartiene a chi lo abita.
Interessante anche la prospettiva dell’assessorato, come dichiarato nel corso della conferenza dall’assessora Piroddi: “Bisogna riportare la cultura in attivo e le ultime mostre cittadine – riferendosi alle esposizioni di McCurry e Leonardo – confermano che stiamo andando nella giusta direzione”.
Durante la conferenza è intervenuta anche la dirigente del Servizio Cultura e Spettacolo Antonella Delle Donne, anch’essa entusiasta per i risultati riscontrati nell’ultimo periodo all’interno del circuito dei Musei Civici di Cagliari: “I musei diventano patrimonio del cittadino e non devono essere considerati come un mondo elitario. Negli ultimi tempi abbiamo interiorizzato la vocazione naturale delle strutture presenti nel territorio cittadino: il Palazzo di Città, nel quartiere Castello, è una sede perfetta per le mostre permanenti, come dimostrano i successi della mostra su Leonardo e sul fotografo Steve McCurry che in circa 45 giorni ha registrato la presenza di 4800 visite, circa 100 visitatori al giorno. Un grande risultato se pensiamo al periodo post pandemico”.
Una mostra che celebra gli anni ’80 come confermato dai curatori Tiziana Ciocca ed Efisio Carbone: “Anni di grande sperimentazione in Sardegna, spesso poco conosciuti dagli stessi sardi”. Una mostra che “mette insieme contemporaneamente opere degli anni ottanta creando connessioni attraverso focus sui luoghi protagonisti di quegli anni. Dalle prime performance di artisti come Gaetano Brundu, tra i primi a realizzare istallazioni con foglietti di carta, all’associazione Foto13 nata per valorizzare la foto come forma d’arte e ai tanti artisti sardi come Angelo Libertati, Giovanni Campus, Francesco Casu e Andrea Nurcis”.
L’allestimento – fanno sapere gli organizzatori – sarà concentrato nella sala Ugo della Galleria, in perfetta comunicazione con le opere delle Collezioni permanenti, “accostando la fertile produzione artistica di più generazioni in un confronto moltiplicatore di linguaggi artistici sempre più disinvolti, liberi e sperimentali. La moda accesa di colori fluo, il design, la tv a colori, la filmografia edonistica, drammatica, fantascientifica, sono solo alcuni campi di riflessione di un decennio dirompente che inizia appena a mostrare i contorni multiformi di un momento epocale della storia recente”.
Partendo dalle proprie collezioni permanenti i Musei Civici intendono presentare un saggio di quella che è stata la produzione artistica negli anni ’80 in Sardegna, con una particolare attenzione per il capoluogo. Sciolti i Gruppi storici, insieme a gran parte degli ideali utopici da essi veicolati, la ricerca prosegue negli studi, in spazi culturali e nelle gallerie private. Una babele di linguaggi, così definita dal Professor Salvatore Naitza, che mostra un importante fermento culturale dove alla pittura e alla scultura si affiancano, sempre più protagoniste, nuove forme espressive e sinestetiche: happening, istallazioni, performance, video arte, fotografia, design.
In quegli anni tra una Roma romantica e decadente, una Milano high tech e proiettata nel futuro e Bologna utopica e trasversale, una nuova generazione di artisti saluta gli anni ’80 con rinnovata libertà di azione e pensiero. La Transavanguardia ri-connette il territorio alla produzione artistica e l’opera alle mani dell’autore. Nuovi movimenti assorbono energia dalle “sotto-culture” (meglio chiamarle “altre”) che si sostituiscono al pensiero ufficiale di natura politica o intellettuale per arricchirsi di suggestioni che provengono dalla musica, dal teatro, dalla televisione a colori, dalla stampa, dal fumetto, dal cinema. Alla sofisticata sostanza del concettuale e del filone poverista si sostituisce un ritorno alla pittura, per molto tempo bandita, mentre i rapporti sinestetici tra le arti si strutturano in forme sempre più articolate e indeterminabili. Questo nuovo clima italiano non resta immune ai venti internazionali di rinnovamento culturale, alle rock e pop band, alla politica della Lady di ferro e all’edonismo reaganiano, ma preferisce i paninari di piazzale Loreto al punk inglese, la politica craxiana, Drive In, Ma la notte…no!
La Sardegna si inserisce in questo scenario con un confronto tra le nuove generazioni e lo zoccolo duro degli artisti del Secondo Dopoguerra, fautori in prima linea del rinnovamento dei linguaggi contemporanei. La volontà militante e politica, l’azione sociale, gli ideali utopici, la forma aggregante dei “gruppi”, conclusasi con il Centro Arti Visive, lasciano spazio alla ricerca solitaria, che non coincide affatto con una perdita di qualità della produzione artistica, ma finisce per interiorizzarla lasciando che ciascuno porti avanti, in solitudine, processi creativi svelati in esposizioni pubbliche presso importati gallerie private come l’Arte Duchamp di Cagliari e la Chironi 88 di Nuoro. Il contesto sassarese, al contrario, sembra incline a mantenere la formazione in gruppi, uniti più dalle assonanze estetiche che da quelle squisitamente politiche dei decenni precedenti.
A completare questo viaggio a ritroso nel tempo sino agli anni ’80, il Servizio Cultura e Spettacolo ha previsto, per i visitatori della Galleria, una serie di appuntamenti a tema che si terranno presso i Giardini Pubblici negli spazi antistanti la Galleria Comunale d’Arte in prossimità delle vasche che ospitano le statue de “I dormienti” di Mimmo Paladino: il 13 agosto concerto della band “Escluso il Cane + R. I. S. (Rock Italian Style)” mentre il 27 agosto sarà la volta degli Echo 80, entrambe alle 21. Bisognerà aspettare settembre, e precisamente il 10 e il 24 alle 19, per i due aperitivi culturali dove critici, artisti e storici dell’arte dialogheranno e approfondiranno il tema delle contaminazioni tra i linguaggi e le arti negli anni Ottanta. Il 17 settembre, l’artista Rosanna Rossi incontrerà il pubblico per raccontare la bella installazione site-specific che fece in quegli anni proprio alla Galleria Comunale di Cagliari, indagando in quella occasione l’imprescindibile legame tra arte e colore.
Ampio spazio anche alle ceramiche della Collezione Francesco Paolo Ingrao, per molto tempo orfane di un allestimento degno del loro nome. Nella sala della Quadreria, tornerà stabilmente l’allestimento della Collezione delle ceramiche della Collezione Ingrao. La collezione databile tra la seconda metà del XVIII e la seconda metà del XIX secolo, con poche ceramiche risalenti ai decenni iniziali del XX secolo.
Nel corso della conferenza è stata anticipata anche la nuova iniziativa promossa dai Musei Civici, la tessera sostenitore, che, come ha ricordato la dirigente Delle Donne “offre la possibilità di sostenere le attività dei tre siti – Galleria Comunale d’Arte, Palazzo di Città e Museo d’Arte Siamese – per iniziative di ricerca, pubblicazioni, restauri delle opere, attraverso una tessera annuale del costo di €300,00. In questo modo ogni sostenitore avrà diritto ad usufruire degli esclusivi servizi culturali ed eventi proposti da ciascun museo, oltre all’accesso e alla visita guidata durante tutto il corso dell’anno e l’esclusiva possibilità di visitare in anteprima le mostre temporanee realizzate dai Musei Civici”.
“Il pubblico – ha proseguito la dirigente – potrà anche sottoscrivere un abbonamento annuale al costo di €120,00 per quello intero e €60,00 per il ridotto, usufruendo dell’accesso ai tre Musei con visita guidata tutto l’anno, oltre all’invito personale alle preview. Il privilegio della visita in anteprima è dedicato anche a chi usufruirà delle agevolazioni del biglietto famiglia che dà la possibilità sino a un massimo di 5 adulti di accedere alla Galleria Comunale d’Arte, al Palazzo di Città e al Museo d’Arte Siamese, con uno speciale abbonamento del costo di €150,00 (ridotto €75,00 – la riduzione si applica qualora in famiglia ci sia un disabile) per tutto l’anno”.
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