Azerbaigian: ancora in carcere il candidato al premio Sakharov Ibadoghlu.

Mentre l’Ue intensifica le sue relazioni economiche con il regime azero di Ilham Alyev e le Nazioni Unite sdoganano, con l’organizzazione della Cop29, una delle dittature più longeve del Caucaso, il Governo di Baku continua a tenere in carcere i suoi prigionieri politici. Una non novità considerando che l’ONU ha tenuto le scorse edizioni della Cop (la Conferenza quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) in Stati dove la repressione dei diritti umani è prassi comune, come l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti.

Prigionieri politici azeri tra i quali c’è anche Gubad Ibadoghlu, candidato (giusto per rimarcare lo scarso tenore democratico dell’Ue) al Premio Sakharov 2024 per la libertà di pensiero. Riconoscimento dedicato allo scienziato e dissidente sovietico Andrej Dmitrievič Sacharov, istituito dal Parlamento europeo nel 1988 allo scopo di premiare persone od organizzazioni che abbiano dedicato la loro vita alla difesa dei diritti umani e delle libertà individuali.

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Una questione di diritti e di opportunità politica sollevata dagli eurodeputati del gruppo Verdi/ALE, Catarina Vieira, Mounir Satouri e Marketà Gregorovà, tutti concordi nella stigmatizzazione di una Europa che, nonostante le sue risoluzioni (l’ultima in materia è del 24 ottobre 2024) e principi, fa affari con Paesi non rispettosi dello Stato di diritto.

“Gubad Ibadoghlu, rinomato critico del governo e candidato al Premio Sakharov 2024, è detenuto in Azerbaigian dal luglio 2023”, ricordano i 3 eurodeputati. “La salute del dott. Ibadoghlu è peggiorata drasticamente a causa del rifiuto delle autorità di fornirgli cure mediche adeguate. La situazione per le voci dissenzienti in Azerbaigian è catastrofica. La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29) a Baku ha evidenziato quanto fortemente l’opposizione e la società civile siano state messe a tacere”.

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