Autoreferenzialità e mancanza di visione. La Todde si dà le risposte “da sola”.

Dopo una Legislatura sfigatissima, come quella di Christian Solinas, ci si aspettava che il nuovo mandato regionale riuscisse almeno a “chiudere la porta” ma, come rilevato in questi primi 7 mesi di Governo, la maggioranza composta dal cosiddetto Campo largo, guidato da Alessandra Todde, non ha fatto registrare alcun cambio di passo.

Oltre le solite inizitive politico-amministrative spacciate per innovative, come per esempio sta capitando nel caso dei contributi per il lavoro (capirai la novità!), gli interventi copia e incolla (a copiare il modus operandi della maggioranza Solinas bisognerebbe veramente iniziare a chiedere scusa), le immancabili giustificazioni per confondere responsabilità in materia di capacità legislativa puntuali ad ogni impugnazione di legge regionale, il nuovo corso pentastellato-piddino al governo della regione, continua a giustificare gli attuali tassi di astensionismo e il crescente disinteresse per la politica. Perimetro di “pesi e contrappesi” sempre meno affascinante e dove il senso critico continua ad essere il grande estinto.

Un (nuovo) Governo regionale dove, in assenza di dati oggettivi e milestones provabili regna l’autocelebrazione, come ricorda anche una recente intervista della Presidente Alessandra Todde al Secolo XIX sulle elezioni regionali in Liguria, dove la leader della Giunta ha addirittura affermato di “aver costruito un modello vincente” nell’Isola. Regione, per la Todde, dove i “cittadini hanno premiato la credibilità del programma”.

Ma di quale programma parliamo Alessandra? Si era parlato, per esempio, di sinergia, coinvolgimento delle migliori pratiche presenti nell’Isola e di consulte cittadine, mentre, purtroppo, restando nella pratica, si continuano a tenere “fuori dal cerchio” le organizzazioni qualificate e ad adottare delibere (restando sul livello della Giunta) sulla base di interventi calati dall’alto e senza alcun coinvolgimento degli stakeholders locali.

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Presidente che ha poi affermato, sempre nell’intervista di Emanuele Rossi, che “bisogna restituire ai liguri la possibilità di immaginare un futuro migliore” e che “il programma di Orlando mette al centro le persone e non gli interessi di pochi, parla di sanità pubblica, di reindustrializzazione sostenibile, di lavoro, di infrastrutture, di giovani”.

Nuove generazioni, invece, giusto per citare il “modello vincente” attuato nell’Isola nei primi 7 mesi di Governo Todde, per le quali è stato fatto ben poco.

Tralasciando lo stanziamento delle risorse del fondo nazionale per le Politiche giovanile, operato senza alcun coinvolgimento delle organizzazioni giovanili e dei beneficiari finali (i tanto richiamati giovani) e la conferma delle risorse triennali per la mobilità internazionale (intervento di molto antecedente la stessa entrata in politica della Presidente nuorese), lo scenario è avvilente e in perfetta continuità con il passato.

Senza contare lo scarso interesse per i tentativi di proposte “sinergiche” avanzati dalle cosiddette esperienze qualificate in Sardegna (altro che affidamenti diretti “ad minchiam” e senza programmazione, ricordiamolo il refrain della campagna elettorale dell’allora candidata pentastellata alla Presidenza della Regione).

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Fatti incontrovertibili e dissonanti rispetto alle recenti dichiarazioni rilasciate dalla Presidente Alessandra Todde, in occasione dell’incontro “telefonato” (viste le domande poste dalla relatrice) al liceo De Castro di Terralba. Nell’occasione, la presidente aveva infatti, dichiarato che “i giovani sono il presente e il futuro della nostra Regione” e chiesto di smettere “di parlare di loro” e di “iniziare seriamente a parlare con loro”. Me c*****! Volendo sempre citare un collaboratore romano della Presidente…

Tutti elementi che trovano puntualmente “distratti” i rappresentanti dell’opposizione (nulla di strano vista la caratura dei rappresentanti in Consiglio regionale), gli operatori dell’informazione (ovviamente non questa testata) e, infine, la famosa opinione pubblica regionale, passeggero di una barca alla deriva, dove i remi sono stati ritirati da diversi lustri.

Autoreferenzialità, inoltre, punto caratterizzante dell’intervista della Todde al Secolo XIX che prosegue nel merito del turismo. Perimetro dove, oltre l’alzata di ingegno di chiudere la porta ai grandi eventi sportivi non approvati dal CONI regionale – evviva la diversificazione – e gli interventi copia e incolla già visti nella precedente amministrazione (ricordiamolo sempre la sfigatissima esperienza Solinas) si è fatto ben poco. Ma non per la presidente Todde che, nell’intervista di Emanuele Rossi, ha dichiarato che si è deciso di “intraprendere un percorso condiviso con i territori in modo da saper gestire i flussi senza impattare ulteriormente sulle comunità”. Chissà, per esempio volendo restare all’interno del contrasto al fenomeno dell’overtourism, se anche nella prossima stagione chi prenoterà negli alberghi di lusso (e non), di Stintino potrà accedere alla spiaggia della Pelosa, da tempo a numero chiuso. Paradossi – oddio in effetti ci sono anche altre priorità – sui quali non si è fatto il punto in questi 7 mesi di “mandato ineccepibile”.

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Spazio poi, sempre sulle pagine del Secolo XIX, alla ricerca dei colpevoli da parte della Presidente Todde, per la quale ci sono problemi di fondi per via della pessima manovra del Governo Meloni, carente, in particolare, di “risorse concrete per le imprese e i giovani”.

Presidente, basterebbe non solo vincere le elezioni (per 2000 voti di scarto contro un candidato del centrodestra che ha fatto schifo proprio nella principale città della Sardegna) ma anche costruire percorsi sinergici con le organizzazioni qualificate del territorio per trovare non solo risorse (tralasciamo la competenza dell’apparato regionale e politico sul fronte della programmazione europea in materia di gioventù) ma, soprattutto, avviare politiche di impatto e dal basso.

Ma, per quanto visto nei primi 7 mesi, importa ben poco! Meglio continuare a cercare colpevoli tra gli avversari politici e giustificazioni per il “non governo”.

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