Autonomia differenziata. Pedicini: “Contraria alla coesione”.
Il disegno di legge della cosiddetta “Autonomia differenziata”, che mira a consentire alle singole regioni del Paese la possibilità di richiedere maggiori competenze di gestione e programmazione su una serie di materie oggi centralizzate, fra le quali l’istruzione, i beni culturali, le infrastrutture, rappresenta un attentato ai cosiddetti “costi repubblicani” secondo i detrattori del provvedimento.
Un tentativo, secondo l’esponente di Verdi/ALE, Piernicola Pedicini, che “causerà automaticamente, per le regioni meno sviluppate del sud del Paese che possono contare su un minor prelievo fiscale, un taglio delle risorse a disposizione per la gestione e il funzionamento delle competenze, indebolendo ulteriormente la già precaria coesione socio-economica della nazione”.
Della coerenza del disegno sull’Autonomia differenziata in termini di difesa della coesione territoriale, la Commissione europea, attravero il Commissario Paolo Gentiloni, ha ribadito che il tema è di “competenza del Governo Italiano”, in quanto l’elaborazione del quadro di bilancio nazionale e la ripartizione delle competenze tra l’autorità centrale e gli enti regionali rientrano tra le responsabilità degli Stati membri.
“L’articolo 174 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) – spiega Gentiloni – promuove lo sviluppo armonioso dell’insieme dell’Unione al fine di ridurre il ritardo delle regioni meno favorite, in particolare attraverso gli interventi dei fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE). Le regioni dell’Italia meridionale sono tra i principali beneficiari della politica di coesione dell’UE nel periodo di programmazione 2021-2027, il che contribuirà a perseguire
strategie di sviluppo intelligente e sostenibile e a riequilibrare le disuguaglianze territoriali”.
“Il regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza – prosegue – annovera il contributo verso il raggiungimento dell’obiettivo di coesione territoriale tra i criteri di valutazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR). Secondo la Commissione il PNRR italiano persegue tale obiettivo in modo soddisfacente. Il PNRR italiano prevede il completamento della riforma del federalismo fiscale, allo scopo di assegnare le risorse alle amministrazioni territoriali sulla base di criteri oggettivi e di incentivare un uso efficiente delle risorse medesime a tale livello. La Commissione monitorerà i progressi compiuti nell’attuazione del federalismo fiscale e ne valuterà il completamento nel contesto della decima richiesta italiana di pagamento delle sovvenzioni del dispositivo, prevista per il 2026”.
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