Autoimpiego giovanile, Dadone: “Valorizzare modelli che funzionano”.

Nel corso della presentazione dei risultati di ricerca dell’Osservatorio dei Giovani Imprenditori di Confcommercio sulle Nuove Generazioni, incentrata sulle prospettive di lavoro dei giovani italiani/e, non è mancato l’ennesimo intervento acritico della ministra per le Politiche Giovanili, Fabiana Dadone che, sul tema dell’imprenditoria giovanile, ha dichiarato che “parlando di autoimprenditorialità si pone sempre troppo l’accento su ciò che non funziona e questo spesso intimorisce i ragazzi. Valorizzare esperienze e modelli che funzionano li aiuterebbe invece a capire che se esistono determinate condizioni vale la pena investire su se stessi”.

Ciò che decisamente non funziona, invece, è l’attuale impianto pubblico a supporto dell’imprenditoria giovanile nel nostro Paese, dove, nonostante l’ingannevole narrazione dei contributi a fondo perduto – inaccessibili per i/le giovani privi/e di risorse proprie – ben poco si fa per facilitare l’accesso al credito dei giovani aspiranti imprenditori italiani. Un aspetto, questo, estremizzato all’interno del famigerato Pnrr che, per i giovani imprenditori, prevede esclusivamente prestiti e nessuna sovvenzione.

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Difficile, in tale paradigma, trovare un valido sostegno da parte delle varie agenzie nazionali per l’autoimpiego. Senza contare, ancora, l’incapacità del Governo e degli enti territoriali italiani di sostenere corsi di formazione capaci di andare oltre la differenza tra società di persone e di capitali. Meglio mantenere lo stato dell’arte, caratterizzato da improbabili percorsi formativi tenuti da chi un’impresa non l’ha magari mai aperta.

Su questi e su altri aspetti, però, continua a mancare un’autocritica costruttiva da parte dell’Esecutivo o, meglio, l’introduzione di interventi atti a rimuovere gli ostacoli per gli aspiranti imprenditori/trici italiani/e. D’altronde, sul tema dei giovani e delle politiche per i giovani, è sempre meglio guardare altrove o, peggio, riproporre i soliti interventi inconsistenti e dal facile happy ending, buoni magari per una videoconferenza “ingessata”.

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foto giovani.gov.it