Malgrado l’assenza di evidenze di trasmissione del virus, la mannaia del DPCM di Conte si è abbattuto su teatri, cinema e sale concerti. Immediata la reazione di operatori, professionisti e lavoratori dello spettacolo che non accettano il ruolo di vittime sacrificali di un governo che, non avendo idea di come contrastare la pandemia, chiude un po’ qui un po’ lì nel nome del sempre valido “‘ndo cojo cojo”. Col risultato che è consentito assistere alla messa (giustissimo ndr.) ma non a un film o a uno spettacolo teatrale.
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