ASviS, Rapporto territori: “L’Italia deve accelerare sullo sviluppo sostenibile”. In aumento i Neet nelle Città Metropolitane.
Oltre il 95% delle Regioni e delle Province autonome italiane presenta un andamento negativo sull’efficienza energetica. Nessuna, secondo l’ultimo Rapporto territori dell’ASviS – l’Alleanza Italiana per lo
Sviluppo Sostenibile -, registra un trend in linea con il raggiungimento dei Target relativi alle aree marine protette e alla riduzione del consumo di suolo. L’Italia, quindi, sarebbe ancora lontana dal raggiungimento dell’Agenda 2030 dell’Onu.
“A meno di 10 anni dalla scadenza del piano d’azione Onu sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi, inclusa l’Italia, siamo ancora lontani da quella sostenibilità sociale, economica e ambientale di cui si avverte un urgente bisogno. Con lo studio – ”, ha dichiarato il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini – vogliamo fornire un ulteriore strumento di riflessione per far comprendere quanto i nostri territori siano centrali per la costruzione di un futuro migliore”.
“Viviamo in una realtà fortemente diseguale”, ha poi commentato la presidente dell’ASviS Marcella Mallen. “La pandemia ha aggravato le disuguaglianze di reddito, ha colpito con maggiore forza le persone meno protette, come donne e anziani, e tolto speranza ai nostri giovani. È su questi temi che le istituzioni devono convergere. Grazie anche all’aiuto dei fondi del Pnrr – Piano nazionale di ripresa e resilienza -, abbiamo una possibilità più unica che rara di ridurre le tante disparità che da troppo tempo attraversano il Paese. Il Rapporto presentato dall’ASviS è uno strumento prezioso per i territori, oltre
infatti a misurare le criticità è in grado di fornire informazioni utili per allocare meglio i fondi a disposizione e per attivare processi partecipativi dei cittadini”.
Circa il 50% delle Regioni e delle Province autonome, si legge ancora nel rapporto, segnala andamenti negativi per i Target relativi alla riduzione degli incidenti stradali e delle disuguaglianze nel reddito disponibile. Circa il 60% non raggiungerà i Target relativi: alle energie rinnovabili, all’incremento del tasso di occupazione, all’aumento della spesa per ricerca e sviluppo e alla riduzione dei rifiuti prodotti. Più dell’80% registra un allontanamento o un andamento negativo per i Target relativi all’aumento dell’efficienza delle reti idriche, alla riduzione della quota di giovani che non studiano e non lavorano
(NEET) e alla riduzione delle emissioni di gas serra.
Ancora, oltre il 95% presenta un andamento negativo per il Target relativo all’efficienza energetica, mentre nessuna Regione o Provincia autonoma registra un trend in linea con il raggiungimento dei Target relativi alle aree marine protette e alla riduzione del consumo di suolo.
Guardando alle Città metropolitane si riscontra una situazione positiva in oltre il 50% delle città metropolitane: per i
laureati, per l’efficienza energetica e per il sovraffollamento negli istituti di pena. Al contrario, per nove Target si segnalano andamenti negativi che accomunano la maggioranza delle Città metropolitane: i feriti per incidente stradale, l’efficienza della distribuzione dell’acqua, le energie rinnovabili il tasso di occupazione, la quota di giovani che non studiano e non lavorano (NEET), l’offerta del trasporto pubblico locale, la qualità dell’aria, la produzione di rifiuti urbani ed il consumo di suolo annuo.
Infine, il Rapporto fornisce una serie di proposte per mettere il Paese su un sentiero di sviluppo sostenibile. Per esempio, si evidenzia la necessità di un Sistema multilivello di Strategie e Agende per lo sviluppo sostenibile incardinato sugli strumenti di programmazione degli enti; occorre inoltre costruire una Strategia territoriale nazionale per la rigenerazione urbana, il consumo di suolo e i principi fondamentali per il governo del territorio; serve un’azione di coordinamento di tutti i programmi di rigenerazione urbana già finanziati, oltre all’elaborazione dell’Agenda urbana nazionale da parte del Comitato interministeriale per le politiche urbane (CIPU); va adottata l’Agenda per lo sviluppo sostenibile delle aree interne e della montagna; bisogna introdurre nei bandi del Pnrr una norma applicativa del 40% delle risorse territorializzabili per il Sud; vanno introdotti sistemi di pagamento già previsti dalla legislazione vigente per i Servizi ecosistemici e ambientali (PSEA).