Associazioni contro la direttiva Ue “Case Green”: “Si affossano gli italiani”.
Ieri il Parlamento Europeo ha approvato con 370 voti contro 199 e 46 astenuti, la cosiddetta direttiva sulle “case green”, imponendo nuove regole per le prestazioni energetiche nell’edilizia, con l’obiettivo è ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore entro il 2030, raggiungendo la neutralità climatica entro il 2050.
Le forze politiche italiane per questa Direttiva si sono divise, con il centrodestra, composto da Forza Italia, Fdi e Lega, che ha votato compatto no, mentre il centrosinistra, composto da Pd, M5S, Alleanza Verdi e Sinistra e Iv, ha votato a favore.
Una direttiva che ha registrato prontamente le proteste di ANIA, Casa Mia e della FIMAA: “Gli italiani, al 74%, sono proprietari di almeno un immobile, e questa caratteristica non permette l’inserimento delle multinazionali immobiliari nel nostro mercato della casa. Questo aspetto ci permette di supporre che l’accanimento dell’Europa, nel voler inserire queste nuove norme, costringerà una buona parte degli italiani a dover svendere la propria casa perchè non riusciranno a sostenere gli altissimi costi che dovranno affrontare”.
Le case, infatti, dovranno ridurre il consumo energetico, obbligando i proprietari a ristrutturarle con le specifiche dettate da questa Direttiva. Gli edifici residenziali dovranno obbligatoriamente installare impianti solari anche se risulteranno inefficienti. Ancora, le Caldaie a Gas diventeranno illegali dopo anni di narrazioni sulla sostenibilità del gas.
Norme, però, che non si applicheranno agli edifici storici, agricoli,ecclesiastici e militari.
“Imponendo queste regole – sostengono le 3 sigle – vince l’ambientalismo ideologico ed estremo che non accetta il confronto sulle reali dinamiche e necessità della nostra società. Tutti accettano l’idea della transizione ecologica, ma questa deve avvenire con attenzione, tenendo conto delle esigenze di tutti, tenendo conto che la proprietà diffusa italiana vede impegnati moltissimi proprietari con mutui eccessivamente gravosi e non in grado di sopportare altri costi”.
In sintesi, secondo le associazioni la Direttiva Europea costringerà almeno il 35% dei proprietari immobiliari a svendere le proprie case ai nascenti nuovi gruppi immobiliari o in alternativa indebitarsi mediamente di 55/65 mila euro, e a tal proposito le banche già da qualche anno si sono attrezzate grazie anche alla modifica dell’allora Governo Renzi/PD sul “sistema” dei pignoramenti immobiliari per il mancato pagamento dei mutui.
Scelte ideologiche che calpestano i diritti dei cittadini, costringendo una buona parte dei proprietari immobiliari a dover vendere anche sottocosto, e le società immobiliari fagociteranno il mercato immobiliare imponendo i loro prezzi, e decideranno quale quartiere valorizzare e quale far decadere per poi acquistarne le abitazioni a prezzi sempre più ridicoli.
“Ci chiediamo – concludono – a cosa serve veramente questa Direttiva Green, oltre naturalmente ad indebitare ulteriormente gli italiani e fare arricchire ulteriormente le multinazionali bancarie che ormai “spadroneggiano” in Italia”.