Assalto al territorio, Grig: “Una selva di torri eoliche in Gallura”.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato un atto di intervento nell’ambito del procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) sul progetto di realizzazione della centrale eolica “Impianto di Telti” da parte di Enel Green Power s.r.l. in località varie della Gallura, nei territori comunali di Telti e Calangianus (SS).
Un nuovo progetto di centrale eolica insistente sullo stesso ambito territoriale, dove insistono altri quattro progetti di centrali eoliche (Aggius-Viddalba, Buddusò, Tula) per ben 229 torri eoliche.
“Il progetto “Impianto di Telti” – spiegano dal Grig – prevede 11 aerogeneratori con un’altezza massima complessiva pari a 240 m, per una potenza nominale massima complessiva pari a 54 MW. Poi linee elettriche di collegamento alla rete elettrica nazionale, viabilità, una cabina di raccolta, una nuova stazione elettrica, sbancamenti, viabilità, cavidotti in zone ricche di corsi d’acqua e macchia mediterranea, come chiaramente indicato anche dal piano paesaggistico regionale (P.P.R.), come una visibilissima selva di acciaio fra la costa e l’interno dell’Alta Gallura”.
Nonostante la presenza di vincoli paesaggistici e di vari beni culturali fra nuraghi, dolmen, chiese campestri (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), la centrale eolica sorgerebbe ben dentro la fascia di rispetto estesa tre chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale e/o con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), posta dall’art. 6 del decreto-legge n. 50/2022, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 91/2022, in attesa della prevista individuazione delle aree non idonee all’installazione degli impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile.
Da qui la richiesta del GrIG al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di esprimere formale diniego alla compatibilità ambientale degli impianti industriali in progetto e ha informato, per opportuna conoscenza, il Ministero della Cultura, la Regione autonoma della Sardegna, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari e i Comuni di Tempio Pausania e di Aglientu.
In tutto il territorio nazionale, rilevano ancora dal Grig, le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 30 settembre 2023 risultavano complessivamente ben 5.138, pari a 314,,73 GW di potenza, suddivisi in 3.300 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 135,94 GW (43,19%), 1.702 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 88,97 GW (28,27%) e 136 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare 89,81 GW (28,54%)..
In Sardegna, le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a.(gestore della rete elettrica nazionale) al 30 settembre 2023 risultavano complessivamente ben 711, pari a 52,21 GW di potenza, suddivisi in 446 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 20,13 GW (38,55%), 236 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 15,23 GW (29,17%) e 29 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare 16,85 GW (32,27%).
52,21 GW significa più di 27 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna, aventi una potenza complessiva di 1,93 GW (i 1.926 MW esistenti, di cui 1.054 MW di energia eolica a terra + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).
Un’overdose di energia che non potrebbe esser consumata sull’Isola (che già oggi ha circa il 38% di energia prodotta in più rispetto al proprio fabbisogno), non potrebbe esser trasportata verso la Penisola (quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa 2 mila MW), non potrebbe esser conservata (a oggi gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta).
In altre parole gli unici a guadagnarci saranno le società energetiche, a danno dei contribuenti. Una “overdose” di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici, secondo il Grig.