ASPAL. Il nuovo rapporto dell’Osservatorio del mercato del lavoro

Il mese di maggio, come confermato dall’osservazione degli anni precedenti, si è da sempre contraddistinto come il mese dell’anno più fortunato per l’entità dei contratti di lavoro stagionali. Maggio 2020, invece, sarà ricordato come il mese più disastroso sul fronte delle assunzioni stagionali in Sardegna, complice l’emergenza degli ultimi mesi e, soprattutto, l’incertezza vissuta dalle imprese nella nuova fase due.

Il nuovo report sull’impatto del Covid-19 dell’Osservatorio del mercato del lavoro dell’Aspal evidenzia che le assunzioni nell’isola sono state 10mila in meno rispetto alla stessa settimana del 2019 (durante il lockdown la media era 3mila in meno a settimana).

I nuovi dati, aggiornati al 5 maggio, dicono che dall’inizio della crisi sanitaria, rispetto al 2019, c’è stato un crollo del 59%: nel 2020 si sono registrate 28.848 assunzioni mentre l’anno scorso allo stesso giorno erano 70.671.

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I posti di lavoro persi dall’inizio della pandemia sono poco più di 39mila ma arrivano a quasi 42mila se si sommano anche i 2000 che si erano registrati all’inizio dell’anno.

Il settore più colpito, com’era facile prevedere, è quello alberghiero e della ristorazione che ha subito un calo dell’83% con 18.466 contratti in meno. Segue il noleggio e servizi alle imprese con 5.609 contratti in meno (il calo è del 64%) l’istruzione con meno 5.487 (-70%) quello delle costruzioni -1835 (pari a -42%) i trasporti -1702 (il 69% in meno) e le attività artistiche con 1533 contratti in meno (con un calo pari del 75%)

I contratti a tempo indeterminato sono diminuiti del 61% (-5592) mentre quelli a tempo determinato del 64% (-33.070).

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foto Sardegnagol, riproduzione riservata.

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