Artisti europei: il Parlamento europeo chiede migliori condizioni di lavoro.
Come spesso riscontrato, il settore culturale e creativo pecca di condizioni di lavoro dignitose, causando per migliaia di operatori culturali notevole disagio socio-economico e le stesse differenze tra legislazioni nazionali in Ue spingono verso il mantenimento di una situazione di fatto a dir poco iniqua.
Su questo tema ieri il Parlamento europeo ha adottato una proposta per migliorare le condizioni di vita e di lavoro per i professionisti che operano nei settori dell’arte, della cultura e della creatività.
Nella risoluzione di iniziativa legislativa, adottata con 433 voti favorevoli, 100 contrari e 99 astensioni, i deputati hanno sottolineato che il divario tra i sistemi sociali nazionali, le diverse condizioni per gli artisti nei vari Stati membri e le norme applicabili ai lavoratori autonomi creano condizioni inique.
Il settore culturale e creativo, che impiega il 3,8% della forza lavoro dell’UE e rappresenta il 4,4% del PIL, non è sufficientemente protetto, aggiungono i deputati, poiché caratterizzato da modelli di lavoro atipici, reddito irregolare e minori possibilità di contrattazione sociale, comportando, così, l’esistenza di lavoro sottopagato o non retribuito, lavori autonomi fittizi (tra l’1,6% e il 10,8% dei casi) e contratti di buy-out coercitivi.
Il Parlamento, sulla base al trattato di Lisbona che consente il diritto di iniziativa legislativa, ha chiesto quindi alla Commissione di procedere verso una direttiva mirata a garantire condizioni di lavoro dignitose e la corretta determinazione della situazione occupazionale nei settori culturali e creativi. Ancora, è stato chiesto di adeguare il prossimo ciclo dei programmi dell’UE che finanziano professionisti creativi e culturali, come Creative Europe e Orizzonte Europa, obbligando l’UE e i beneficiari a rispettare gli obblighi sociali e lavorativi dell’UE, dell’OIL, i contratti nazionali e collettivi e garantire che gli artisti siano sempre retribuiti.
“Dobbiamo dimenticare il mito dell’artista affamato – ha ricordato Domenec Ruiz Devesa del gruppo S&D -. I professionisti culturali e creativi non scelgono di trovarsi in una situazione precaria; si tratta di un difetto di progettazione di sistemi non adatti alle loro specifiche condizioni di lavoro e agli squilibri di potere nel settore. Dobbiamo includere urgentemente la condizionalità sociale nei finanziamenti culturali dell’UE e abbiamo bisogno della volontà politica di istituire un quadro dell’UE per la situazione sociale e professionale dei professionisti del settore”.
Dopo il voto del Parlamento, la Commissione avrà ora tre mesi per agire, informando il Parlamento circa le misure che intende adottare, oppure motivando il rifiuto di proporre una legislazione basata sulla richiesta avanzata dal Parlamento.
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