Arpa Sardegna. 3,5 milioni per la ‘strategia marina’.

E’ stato firmato l’accordo operativo tra il Ministero dell’Ambiente, l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e le agenzie regionali di protezione dell’ambiente per finanziare, nel triennio 2021-2023, le attività del ‘Progetto Strategia Marina’, previsto da una Direttiva europea.

Ad Arpa Sardegna, che ha partecipato al Progetto sin dall’inizio, svolgendo le attività del ciclo 2015-2020 e partecipando alla programmazione per i prossimi sei anni, sono stati assegnati complessivamente 3 milioni 495mila euro per svolgere le attività di monitoraggio e analisi lungo le coste della Sardegna: 1.152.648 per il 2021; 1.152.468 per il 2022; 1.190.048 per il 2023.

L’Arpas ha svolto il monitoraggio previsto dal ‘Progetto Strategia Marina’ con l’obiettivo di garantire un uso sostenibile delle risorse nell’ambiente marino: “La ‘strategia marina’ nasce con la consapevolezza delle notevoli pressioni sulle risorse marine naturali e ha l’obiettivo di ridurre il loro impatto, mantenere la biodiversità e, se possibile, ripristinare la produttività e gli equilibri ecosistemici  – ha  sottolineato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis – Grazie al Progetto è stato svolto un importante lavoro di formazione e qualificazione del personale dell’Arpas, è stato possibile integrare gli organici e acquisire innovativi beni strumentali. Sono state anche consolidate proficue collaborazioni con le Direzioni marittime di Cagliari e Olbia, con le aree marine protette, i parchi e gli enti che a vario titolo sono stati coinvolti nell’attuazione dei programmi di monitoraggio”.

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La Direttiva europea pone come obiettivo il raggiungimento del buono stato ambientale delle acque marine, prevedendo una valutazione iniziale del loro stato, la determinazione dei requisiti del buono stato, la definizione dei traguardi, l’elaborazione dei programmi di monitoraggio e delle misure per il conseguimento e il mantenimento del buono stato.

“Tra le problematiche emerse, in particolare, la presenza di plastiche, microplastiche nelle acque e dei rifiuti sulle spiagge, che ha contribuito anche alla decisione dell’Unione europea di emettere una Direttiva comunitaria per proibire la produzione e la vendita di prodotti di plastiche monouso”, ha concluso l’esponente della Giunta Solinas.

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