Armi per l’Ucraina: gli USA si avvicinano ai 44 miliardi di dollari.
Non accenna ad esaurirsi il fiume di armi americane per l’Ucraina. Lo conferma l’ultima “iniezione di piombo” dell’Amministrazione Biden per il Governo di Kiev, pari a 200 milioni di euro, dimostrando (ancora una volta) che la ricerca di una soluzione diplomatica alla crisi geopolitica con la Russia è ancora lontana dai radar dello Zio Sam.
Un “piccolo” stanziamento, guardando agli importanti esborsi registrati nel corso degli ultimi 18 mesi, che porta l’impegno bellico degli Stati Uniti per la difesa dell’Ucraina a oltre 43,7 miliardi di dollari e, per gli amanti dei dati, al 44esimo stanziamento a stelle e strisce dall’inizio del mese di agosto 2021 (quindi anche prima del 24 febbraio 2022…).
Anche in questo pacchetto ci saranno missili Patriot, HIMARS, colpi di artiglieria da 155 mm e 105 mm, munizioni per carri armati da 120 mm, missili TOW, Javelin, sistemi anti-corazza, veicoli tattici per il traino e il trasporto di attrezzature, oltre 12 milioni di munizioni per armi leggere e granate e “tanto altro”.
Un arsenale decisamente sterminato come ricordato dall’invio a Kiev, negli ultimi mesi, di oltre 2000 missili Stinger, 198 obici da 155 mm (insieme a oltre 2milioni di colpi di artiglieria), 20000 sistemi RAAM (Remote Anti-Armor Mine), più di 200mila colpi di artiglieria da 152 mm, 40mila da 122mm, 60mila razzi Grad, 400mila colpi per mortai, 31 carri Abrams, 45 veicoli T-72B, 186 quelli Bradley, 300 veicoli corazzati M113, 250 veicoli corazzati di sicurezza M1117, più di 1.800.000 colpi di munizioni da 25 mm, 20 elicotteri Mi-17, più di 6.000 razzi aerei Zuni, più di 10.000 razzi aerei Hydra-70; oltre 10mila missili Javelin, più di 7mila quelli TOW, 35mila lanciagranate, più di 300.000.000 di munizioni per armi leggere, munizioni antiuomo M18A1 Claymore.
Ricordiamole le mine antiuomo e il loro continuo impiego da parte degli Stati Uniti d’America alla faccia della Convenzione internazionale per la proibizione dell’uso, stoccaggio, produzione, vendita di mine antiuomo e relativa distruzione del 1997, meglio nota come Trattato di Ottawa, e, ribadiamolo, mai siglata dalla “democratica” amministrazione americana, oggi rappresentata da Joe Biden.
Impiego di mine antiuomo, invece, meno coerente da parte del Governo di Kiev, firmatario della stessa convenzione il 24 febbraio 1999, e ratificatore dello stesso nel 2005. Ma di tali questioni di opportunità e congruenza difficilmente si può trovare traccia nella quotidiana narrazione di una “certa stampa”.
foto Army Spc. Randis Monroe (DOD)