Armi “democratiche” in Russia. Cremlino: “Coinvolgimento collettivo dell’Occidente”.

Tutt’altro che interessati alla de-escalation le nazioni europee, sotto la pressione americana, proseguono nella discutibile, per usare un eufemismo, politica di armamento dell’Ucraina, approvando l’utilizzo di armi e missili per colpire, come sta già accadendo dallo scorso 6 agosto, il territorio della Federazione Russa.

Una strategia “diversamente diplomatica” che non può che diluire a data da destinarsi qualsiasi slancio verso la pace e la ricomposizione di quella scellerata crisi geopolitica in corso (per interposta persona) sul suolo europeo da oltre 30 mesi.

Condotta stigmatizzata oggi dal portavoce del Presidente Vladimir Putin, Dmitry Peskov, valevole di confermare il crescente “coinvolgimento dell’Occidente nel conflitto in Ucraina”.

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“Ciò – ha dichiarato Peskov al giornale Izvestia- comporterà una reazione corrispondente da parte della Russia”.

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