Aree SNAI Sardegna: sì all’allargamento con Barbagia e Valle del Cedrino.

Con l’inserimento della Barbagia e della Valle del Cedrino le aree Snai della Sardegna diventano quattro. Dopo la prima area pilota, l’Alta Marmilla e quella del Gennargentu-Mandrolisai, il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, promuovendo l’allargamento della SNAI per la programmazione 2021-2027, ha inserito, appunto, anche la Barbagia e la Valle del Cedrino.

Alla Sardegna per il programma di sviluppo delle aree Barbagia e Valle del Cedrino andrà un finanziamento iniziale di 4 milioni di euro ad area. Altri 8 milioni, quattro a testa, verranno destinati alle prime due aree Snai. La copertura del programma per la Sardegna, considerate le quattro aree, arriva così a 16 milioni di euro. A queste risorse si aggiungeranno altri finanziamenti nazionali e fondi regionali a valere sul nuovo ciclo di programmazione una volta che il programma verrà definito. Gli interventi, in particolare, saranno sostenuti dai Fondi strutturali europei della programmazione 2021-2027, ma anche da risorse nazionali legate principalmente al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.

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Risorse che ambiscono a contrastare anche il fenomeno dello spopolamento delle aree interne, ha ricordato il Governatore Christian Solinas: “L’inserimento di queste due aree interne della Sardegna nel piano del governo si inserisce nel solco delle numerosi azioni di contrasto al fenomeno dello spopolamento, con una serie di misure di carattere economico finalizzate a far crescere le imprese e rendere attrattivo il territorio, e sia in termini di natalità con il bonus nascita inserito nell’ultima manovra”.

La Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI), in particolare, prevede di incrementare l’offerta di servizi pubblici, per garantire i diritti di cittadinanza, precondizioni per lo sviluppo e per far crescere la domanda di lavoro, l’occupazione e l’utilizzo del capitale territoriale latente attraverso progetti di sviluppo locale. Le Aree Interne si caratterizzano infatti per la peculiarità delle risorse naturali, paesaggistiche, culturali e di saperi tradizionali ma anche per la distanza dai centri di offerta dei servizi essenziali, fattore che riduce il benessere della popolazione locale e limita le scelte e le opportunità dei cittadini su sanità, istruzione, mobilità e digital divide.

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